"Un bieco colpo di mano". La guerra di Lorenzo Casini in Lega Serie A nel giorno del suo successore

Battaglie legali, carte bollate e polemiche: che cosa c'è dietro la nomina di Ezio Simonelli come nuovo presidente della Lega Serie A

Lorenzo Casini
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Lorenzo Casini e il "colpo di mano" contro Simonelli: caos legale e polemiche sulla Lega Serie A

Lorenzo Casini è un giurista molto noto. Classe 1976, professore di diritto amministrativo, assistente di Sabino Cassese, già consigliere giuridico del ministero del turismo nel 2014. E molto altro. Ma come al solito in Italia il calcio è più importante di tutto, e dunque è stato anche - fino a pochi giorni fa - il presidente della Lega A. Un presidente che ha condotto una legittima battaglia contro Ezio Simonelli, potentissimo commercialista con base a Milano, noto sotto la Madonnina fin dai tempi degli azzurri imperanti, e che ha avuto rapporti con la galassia Fininvest (oltre che con  - in remoti anni passati - con tutta una serie di partecipate degli enti pubblici).

E qui sta tutto il problema. Perché Lorenzo Casini il giurista si è impuntato molto. Prima chiede un parere legale a un altro giurista, Natalino Irti. Il quale boccia Ezio Simonelli, poiché in punta di diritto il presidente non deve avere "alcun rapporto a qualsiasi titolo con le Società Associate, e/o con gli azionisti di riferimento e le controllate delle Società Associate, e/o con il gruppo di appartenenza delle Società Associate, e/o con altra Lega professionistica". Ma Simonelli si dimette da tutto, e così il Collegio dei Revisori ha messo nero su bianco che ostacoli alla votazione non ce ne erano. Finale? Le big votano Simonelli, e con 14 su 20 la vittoria è assicurata. Simonelli accetta la nomina, e a questo punto in molti, nel mondo del calcio come apprende Affaritaliani.it, si chiedono quale sia il senso della convocazione del Consiglio di Lega per il 27 dicembre. Il quale consiglio, però, è stato convocato da Lorenzo Casini, che risultava già decaduto al momento dell'accettazione della nomina da parte di Simonelli.

Un punto che i giuristi rimproverano al giurista. Il quale, per quanto è dato sapere (ma magari è avvenuto privatamente), non avrebbe accolto la vittoria di Ezio Simonelli e non si sarebbe congratulato. Anzi, in una nota avrebbe precisato che "la Serie A, nell’interesse e a tutela dello stesso candidato e di tutte le associate, ha ritenuto doveroso attivare le procedure necessarie per verificare i requisiti di indipendenza previsti dallo statuto della Lega. Coerentemente, al termine dell’Assemblea del 20 dicembre, d’intesa con il Collegio dei Revisori, e in linea con quanto stabilito dalla relazione presentata dallo stesso Collegio durante la riunione assembleare, si è scelto di tenere un Consiglio per svolgere un’attività istruttoria sulla complessa situazione degli incarichi professionali ricoperti dal dottor Ezio Simonelli. Per questo ho provveduto la sera stessa a convocare il Consiglio di Lega per il 27 dicembre".  

Lorenzo Casini, in una nota, ha motivato ulteriormente così: "Dal momento che l'Assemblea non ha aderito alla linea interpretativa prospettata anche in un parere, richiesto da alcune associate al Professor Irti, circa la necessità che un candidato debba essere indipendente già al momento della sua candidatura ed eventuale elezione, sarebbe dunque sufficiente che il dottor Simonelli presenti, per accettare la carica, una dichiarazione completa conforme all'articolo 14 dello Statuto della LNPA, ai sensi del quale il Presidente "prima dell'atto di accettazione della carica, che dovrà intervenire entro 15 giorni dall'Assemblea, deve dimettersi dalle cariche di amministratore e comunque dalle cariche gestionali ricoperte nelle Società Associate, così come deve interrompere ogni rapporto a qualsiasi titolo con le Società Associate, loro controllate, con loro azionisti di riferimento o con il gruppo di appartenenza, o con altra Lega professionistica". Insomma, così facendo di fatto non mette la parola fine alla questione malgrado un voto esplicito e a grande maggioranza dei club. E apriti cielo! Si tornano ad invocare le carte bollate.

Per esempio c'è chi dice sia stato violato l'articolo 9 comma 7 dello Statuto di Lega che così stabilisce: "Il Presidente dell’Assemblea verifica la regolarità della costituzione, disciplina lo svolgimento dei lavori assembleari e accerta i risultati delle votazioni". Dove accertare significa contare i voti e stabilire se una delibera è stata approvata o meno. E poi c'è la sovranità dell'assemblea, che sarebbe messa sub iudice di una riunione del consiglio, che invece dovrebbe essere immediatamente sciolto e riconvocato.

Le squadre sono furibonde, perché la scelta è stata fatta consapevolmente e c'è chi mormora, nei corridoi, con Affaritaliani.it: "Di fronte a eventuali contestazioni sui requisiti di Simonelli per la carica di presidente sarebbe bastato comunicare ai contestatori che lo strumento idoneo è quello della impugnativa di delibera di fronte al Tribunale e non certo una illecita sospensione del risultato. Sennò si tratta di un bieco colpo di mano basato su norme inesistenti e su larga ignoranza del diritto". Un colpo non da poco alla fama del giurista Casini.

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