Malore Eriksen, polemica contro la Uefa: "Ci hanno costretto a giocare"

I danesi rivelano: "Volevamo sospendere la partita, ma avremmo dovuto rigiocarla alle 12 del giorno dopo: chi sarebbe riuscito a dormire, pensando a Christian?"

Il capannello dei giocatori per proteggere la vista di Eriksen, soccorso dai sanitari, in quei concitati momenti che hanno permesso di salvargli la vita
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La grande paura per Christian Eriksen aveva fatto passare la voglia di giocare ai suoi compagni di squadra. Gli altri componenti della Danimarca avrebbero infatti voluto sospendere l'incontro di esordio degli Europei con la Finlandia, in seguito al malore dell'interista, ma la Uefa non ha lasciato molto scelta ai calciatori. Se si fosse interrotta la gara, come era in effetti possibile fare, le due squadre sarebbero state riconvocate alle ore 12.00 del giorno seguente, per riprendere la partita.

Secondo il commissario tecnico danese Kasper Hjulmand, la seconda ipotesi era però improponibile: “Avevamo due scelte: finire la partita o ritornare il giorno dopo. I ragazzi però ritenevano infattibile fare il viaggio verso il ritiro, passare una notte nella quale certamente nessuno sarebbe riuscito a dormire pensando a Christian e poi tornare allo stadio la mattina dopo. A quel punto, abbiamo deciso che la cosa migliore fosse giocare per farla finita”.

Il malore di Eriksen si è verificato sullo 0-0, mentre alla fine la Danimarca è uscita sconfitta per 1-0. Secondo l'ex juventino Michael Laudrup, leggenda del calcio danese, il risultato è legato anche all'infelice scelta della Uefa: “Non si può prendere una decisione sensata dopo uno choc emotivo come quello che si è verificato sul campo. La Uefa avrebbe dovuto dire: 'Intanto sospendiamo la partita e poi vedremo ccome fare per recuperarla'. Capisco che a decidere siano stati i nostri giocatori, in accordo coi finlandesi, ma in situazioni del genere devono essere gli organizzatori a prendere una decisione, non dei ragazzi che per l'emozione non hanno il controllo della situazione. Giocare a mezzogiorno del giorno dopo non avrebbe avuto senso, dopo una notte che molti avrebbero in bianco e un lungo viaggio in pullman”.

Anche un'altra bandiera del calcio locale come Peter Schmeichel, oltretutto papà dell'attuale portiere della Danimarca Kasper Schmeichel, disapprova l'operato della Uefa: “Succede un fatto un terribile e la Uefa che fa? Ti dice che puoi finire la partita subito o presentarti domani a mezzogiorno! Ma che scelta è mai questa?! E' un qualcosa di ridicolo e lo dico senza alcun riferimento al risultato negativo per la nostra squadra, che è totalmente irrilevante. E' chiaro che i ragazzi non potevano fare altro che tornare in campo a giocare, soprattutto sapendo che Christian si era risvegliato in ospedale ed era fuori pericolo”.