Mazzarri-De Laurentis, clamoroso sorpasso a Tudor. Walter torna a Napoli
Mazzarri-De Laurentiis, incontro positivo: sorpasso vincente a Tudor per la panchina
De Laurentiis vede Mazzarri, ora è in pole position per Napoli
Svolta a sorpresa nel casting per la panchina del Napoli: questa mattina a Roma il presidente Aurelio De Laurentiis ha incontrato Walter Mazzarri, all'indomani del colloquio con Igor Tudor che sembrava ormai in pole per la successione a Rudi Garcia.
Il tecnico livornese invece ha operato un sorpasso sul rush finale. Per lui sette mesi di contratto senza clausole, (mentre l'allenatore croato avrebbe preferito un prolungamento automatico in caso di qualificazione alla prossima Champions League).
Per Mazzarri è un ritorno perché aveva già guidato gli azzurri dal 2009 al 2013. Dovrebbe essere un traghettatore fino al termine della stagione quando a Napoli è possibile che arrivi Francesco Farioli, l'ex secondo di De Zerbi al Sassuolo che ora allena il Nizza.
Mazzarri e il Napoli, storia di un grande amore
Mazzarri sbarcò a Napoli il 6 ottobre del 2009 quando De Laurentiis decise il cambio in panchina divorziando da Roberto Donadoni. Lui che conosceva già l'ambiente per essere stato il vice di Renzo Ulivieri nella stagione 1998-99. Una squadra spettacolare con i 3 tenori in cattedra: Hamsik e Lavezzi e poi il Matador Edinson Cavani.
Arrivò la vittoria della Coppa Italia nel 2012, una significativa vittoria a Torino contro la Juventus dopo 21 anni di astinenza (3-2 in rimonta dal 2-0 per i bianconeri) e il ritorno in Champions League (passando poi un girone di ferro con Bayern, Manchester City e Villarreal) sempre a 21 anni dall'ultima qualifcazione. Non solo. Mazzarri è l'allenatore che ha collezionato più panchina a Napoli nell'era De Laurentiis. Tra loro un bel rapporto, come ha raccontato recentemente l'allenatore toscano in un'intervista. "Voglio solo dire che con lui ho avuto un rapporto stupendo. E se fosse stato per De Laurentiis sarei rimasto tanti anni ancora, come si usa in Inghilterra. Però, lo dissi anche a suo tempo, dopo quattro anni se non cambi tutti i giocatori o non ne cambi tanti, diventi troppo prevedibile. È anche una questione di linguaggio. Pensai che fosse quello il momento di andar via".