Milan-Inter: festa scudetto, San Siro "conteso". E Pioli... is on fire (VIDEO)
Milan vs Inter: scudetto tra Sassuolo e Sampdoria. Pioli conquista il Diavolo. Cessione del club (rossonero) e dossier stadio: prima la volata tricolore
Milan-Inter, scudetto in volata. Ostacoli Sassuolo e Sampdoria nel derby tricolore
Lo scudetto si decide in volata, l'unica certezza è che resterà a Milano. L'Inter di Simone Inzaghi non si è ancora arresa (come dimostra il 3-1 di Cagliari nel posticipo) e sono un minitriplete (dopo Supercoppa Italia e Coppa Italia) che culminerebbe con la seconda stella, ma al Milan di Stefano Pioli manca un solo punto da conquistare sul campo del Sassuolo (che schiera i gioielli d'attacco Scamacca-Berardi: obiettivi di mercato rossonerazzurri, ma ci sarà tempo per parlane a fine campionato...), così da rendere vana qualsiasi ipotesi di vittoria al fotofinish di Lautaro e compagni. E cucirsi sul petto per la 19° volta il tricolore. Insomma, tutto è ancora in gioco e le scaramanzia dei tifosi dureranno tutta questa infinita settimana di passione calcistica.
Milan-Inter, scudetto a San Siro o al Mapei Stadium. La premiazione della Lega e poi la festa tricolore...
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Visto che il prossimo weekend lo scudetto verrà celebrato a Milano, urge organizzare l'ultima giornata e la festa per chi potrà godersela. Ovviamente Sassuolo-Milan e Inter-Sampdoria saranno giocate in contemporanea. Bocciata la data di sabato 21 maggio 2022 (su indicazione del Viminale) visto che ci sarebbero stati enormi problemi di ordine pubblico: in Piazza Duomo è programmato il concerto di Radio Italia e dunque un'invasione dei tifosi nel centro meneghino sarebbe non solo sconsigliata, ma da proibire. Dunque i match saranno domenica 22. Orario? Alle 18 (e non alle 15 come inizialmente si pensava) proprio per sbrigare la pratica tricolore in tempo per permettere la festa post ai supporter di Milan o Inter. Una certezza c'è: secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, non ci saranno tempi d'attesa, la Coppa della Lega serie A verrà consegnata alla squadra vincitrice immediatamente dopo la fine del match. A premiare eventualmente i rossoneri sarà il presidente della Lega, Lorenzo Casini, mentre in caso di successo dei nerazzurri ci sarà l'ad della Lega, Luigi De Siervo.
Poi, dopo le pratiche "ufficiali", il Diavolo potrà decidere, in caso di eventuale successo, se passare quella sera stessa dalla cornice del Mapei Stadium a quella di San Siro (due ore di autostrada) per ricevere il tributo dei suoi tifosi in una Scala del Calcio, in quel caso, liberata dai vessilli nerazzurri del primo pomeriggio. Attenzione però: salgono le quotazioni di una sfilata a bordo di un pullman scoperto che arrivi in piazza Duomo.
Milan, Pioli is on fire: così l'allenatore ha conquistato la Milano rossonera
Ma torniamo a Stefano Pioli. Lui, un bagno di folla e affetto lo ha meritatamente già ricevuto (assieme ai suoi ragazzi), a prescindere, al termine di Milan-Atalanta. Ottantamila persone in piedi dopo il 2-0 alla Dea di Gasperini (firmato Rafael Leao e Theo Hernandez, autore di un gol incredibile: settanta metri palla al piede come il miglior Weah o Shevchenko) hanno intonato il coro "Pioli is on fire". Da brividi. Il tecnico emiliano ha conquistato tutti in questi due anni e mezzo rossoneri. Compiendo un vero e proprio capolavoro. Lui, che da bambino era un tifoso nerazzurro. Lui che arrivò nell'autunno 2019 dopo l'esonero di Marco Giampaolo e con una squadra in grande difficoltà (tre vittorie e quattro sconfitte in quell'inizio di stagione complicato). Lui che era considerato da tutti un traghettatore, tanto che si parlava con forza dell'arrivo di Ralf Ragnick la stagione succesiva per aprire un nuovo ciclo. Invece quel ciclo è stato aperto da mister Pioli, capace di compiere una vera e propria rivoluzione calcistica, raddrizzando la barca che sembrava stesse affondando senza speranza dopo il disastroso 5-0 sul campo dell'Atalanta del 22 dicembre 2019.
Milan, da Pioli a Maldini-Massara e Moncada: la costruzione di un'orchestra vincente
Pioli inizialmente è stato aiutato dall'arrivo di due, fuoriclasse e giocatori carismatici quali Zlatan Ibrahimovic e Simon Kjaer a gennaio, ma è stato poi capace di dare sempre più una sua impronta forte di gioco e carattere al Milan. Valorizzando giocatori che sono esplosi sotto la sua guida: da Rafael Leao (11 gol in stagione, giocate da fuoriclasse e i club degli sceicchi - Psg e Manchester City - incantati da lui) a Isma Bennacer, passando per Theo Hernandez (5 gol, 6 assist e quelle accelerazioni che al mondo sanno fare davvero pochi giocatori), Tonali (capitan futuro quest'anno ha incantato tutti per leadership, energia e tecnica: Pioli lo ha avvicinato a De Rossi, il sospetto è che nei prossimi anni sarà Sandro la pietra di paragone dei futuri talenti del centrocampo italiano) e Kalulu (arrivato come terzino 18enne dalle giovanili del Lione e oggi uno dei migliori difensori centrali d'Europa) solo per fare qualche nome. L'allenatore milanista è stato eccezionale anche nel costruire, giorno dopo giorno, una grande autostima in un gruppo giovane e cresciuto senza aver paura di niente e nessuno.
Piccolo-grande inciso: qui i complimenti se li meritano ovviamente anche Paolo Maldini, Ricky Massara e la squadra scouting guidata da Geoffrey Moncada: capaci anche di costruire un'orchestra vincente, inventandosi, tra l'altro, anche colpi di mercato del calibro come quelli di Maignan e Tomori (o Giroud praticamente a zero dal Chelsea): giocatori pagati poco in rapporto al valore mostrato sul campo e diventati punti cardine del Milan e stelle indiscusse della nostra serie A.
Il risultato? Qualificazione in Europa League il primo anno (seconda parte di stagione a ritmo scudetto), ritorno in Champions League la scorsa stagione con il 2-0 sul campo dell'Atalanta nell'ultima giornata (che sancì non solo l'ingressso tra le prime quattro ma anche un bel secondo posto finale in classifica). E ora quel quel sogno scudetto che sembra più vicino proprio dopo il successo contro la Dea (squadra ricorrente nelle Sliding Doors rossonere dell'era Pioli), seppur non sia ancora stato conquistato (e qui chi vuol far scongiuri è autorizzatissimo...). Il Trap diceva "Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco". Manca ancora un punto, tutto da conquistare sul campo del Sassuolo, tante volte bestia nera del Diavolo in passato (l'ultima proprio nel match d'andata quando espugnò San Siro) e ora appuntamento cruciale col destino rossonero...
Milan futuro dopo la volata scudetto con l'Inter, Elliot e RedBird (che ha superato Investcorp). E il nuovo stadio
Poi sarà tempo di guardare al futuro. Con il Milan che dovrà valutare le offerte sul tavolo per la cessione del club. Come ha spiegato in anteprima Affaritaliani.it, gli americani di RedBird hanno scavalcato gli arabi di Investcorp (che in precedenza avevano avuto 15 giorni di trattativa esclusiva) in virtù di un'offerta - per come è stata strutturata dal punto di vista economico - che ha convinto molto di più Elliott (la cui gestione del Milan in questi anni è stata da applausi, totale rilancio economico e calcistico del club: al momento non è neanche escluso che il fondo, guidato dalla famiglia Singer, con Paolo Scaroni presidente rossonero e Ivan Gazidis ad, possa decidere di non vendere e proseguire questa avventura). Ma questi sono temi vicini e al tempo stesso lontanissimi nel tempo: se parlerà dopo la fine del campionato e, a cascata, si dovrà quindi anche tornare sul dossier stadio: Sesto San Giovanni è un fronte caldissimo per la nuova casa di Milan e Inter. Ma attenzione ai colpi di scena: Milano può davvero perdere le due squadre, proprio ora che sono tornate grandi e che stanno per regalare una festa scudetto a San Siro?