MotoGp, Bagnaia vince per l'undicesima volta ma Martin diventa campione del mondo

Il pilota madrileno riporta così il titolo in terra spagnola dopo quattro anni di assenza

di redazione
Jorge Martin (foto Lapresse)
Sport

MotoGp, vince Bagnaia ma la vittoria è amara: grazie al suo terzo posto Martin si laurea come campione del mondo

Dopo 173 gare nel motomondiale, quattro anni in MotoGp con otto vittorie all'attivo, Jorge Martin conquista lo scettro di campione del mondo, al termine del Gran Premio di Barcellona. Il pilota madrileno riporta così il titolo in terra spagnola dopo quattro anni di assenza: l'ultimo era stato Joan Mir con la Suzuki nel 2020. Un grande successo anche per il Team Pramac, primo team satellite a vincere il titolo nell'era moderna.

"The rematch" è stato il tormentone, lanciato nelle ultime settimane dai canali social della Dorna. La rivincita effettivamente c'è stata, ai danni di Pecco Bagnaia, comunque in partita sino alla fine, ma condannato dai troppi errori, nonostante le undici vittorie stagionali. Già dalla prima gara della stagione, lo switch mentale di Martin è stato evidente a tutti gli addetti ai lavori. Sin dal Qatar si è visto un pilota più consapevole, maturo, veloce e soprattutto costante. 

Un lontano parente, dunque, del Martin dello scorso anno, sempre assentatosi nei momenti chiave del campionato e sopraffatto da Bagnaia, soprattutto dal punto di vista psicologico. Quest'anno, però, la musica nel box di Jorge è decisamente cambiata, grazie anche al supporto di un fantastico Team Pramac, desideroso di compiere un'impresa speciale prima di passare in Yamaha. La rivalità in pista tra Martin e Bagnaia è sempre stata corretta e all'insegna del rispetto reciproco. Al termine di ogni gara, di ogni qualifica o turno di prova, i due piloti non perdevano mai occasione di scambiarsi idee e sensazioni su quanto appena vissuto. Sembrava quasi di vedere due amici che correvano col solo obiettivo di divertirsi: invece, la posta in palio era molto alta. 

A differenza di Pecco, Martin ha vinto meno, ma è stato certamente più costante. Gli zero di Bagnaia hanno pesato come un macigno, annullando, di fatto, i suoi undici successi stagionali nelle gare lunge. Jorge ha vinto appena tre gare (Portogallo, Francia e Indonesia), ma ha fatto incetta di Sprint, portandone a casa sette. I podi totali, tra Sprint e gare lunghe, del classe '98 in stagione sono ben trentuno: addirittura dieci i secondi posti nelle gare domenicali. Non bisogna scordarsi poi delle sette partenze dalla pole. Lo spagnolo è stato in testa al campionato per quasi tutta la stagione: solo nel trittico di gare Germania-Regno Unito-Austria ha ceduto la leadership al rivale. Il controsorpasso è avvenuto a Barcellona e da lì Martin non ne ha proprio voluto sapere di cedere il primato. È stato un percorso lungo quello di Martin, non privo di alti e bassi e partito dalla Red Bull Rookies Cup nel 2012. Il debutto in Moto3 arriva nel 2015 con il Team Mahindra Mapfre Aspar: nel 2018 vince il mondiale con il Team Gresini. Dopo due anni in Moto2, sotto la guida del Team Red Bull Ktm Ajo, si guadagna la sella del Team Pramac. Dopo questo titolo una nuova sfida attende Martin, promesso sposo di Aprilia per il 2025. Il numero uno sul cupolino sarà, dunque, sulla moto della casa di Noale. 

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