Tennis, chi è Jasmine Paolini. Azzurra in semifinale a Wimbledon, 5° al mondo
Non era stato un caso la doppia finale di Parigi, è nata un'altra stella italiana dopo Sinner. Hanno una cosa in comune: l'umiltà
Tennis, Paolini tra le grandissime. Dopo il Roland Garros la consacrazione a Wimbledon: semifinale
Dopo Jannik Sinner ecco un'altra stella del tennis. Jasmine Paolini ha conquistato la semifinale di Wimbledon confermandosi ad altissimi livelli, visto che appena un mese fa era arrivata in finale al Roland Garros (sia nel singolo che nel doppio). La nuova star azzurra è nata Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) il 4 gennaio 1996. Il suo talento è esploso recentemente, ma già nel 2017 era stata convocata per la prima volta in Fed Cup, un segnale delle sue doti tennistiche. Paolini ieri ha raggiunto la semifinale di Wimbledon; grazie a questo risultato mai raggiunto da nessuna italiana nel torneo inglese, la tennista firma anche un nuovo record in classifica generale. Da lunedì prossimo infatti l’azzurra sarà almeno la numero 5 della classifica Wta, posizione finora raggiunta solo da Francesca Schiavone, la quale si spinse fino al quarto posto nel 2011, e da Sara Errani nel 2013.
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In carriera ha vinto due tornei del circuito maggiore in singolare, tra cui il WTA 1000 di Dubai, terza italiana di sempre, dopo Flavia Pennetta e Camila Giorgi, ad aggiudicarsi un torneo di tale categoria. Il 6-2, 6-1 che ha rifilato ai quarti del singolare di Wimbledon a Emma Navarro, figlia di un miliardario il cui nonno era emigrato da Napoli negli Usa, la legittima come candidata alla vittoria finale, e lo certifica la stessa Navarro: "Se gioca così non la ferma nessuno".
Paolini è la risposta femminile a Sinner, diversa in tutto e per tutto tranne in un punto: l’umiltà. E, se vogliamo, l’onestà. Le viene chiesto il come e il perché della sua esplosione sportiva, e la prima a stupirsene è lei: "La mia forza è nella velocità degli spostamenti, nel muovermi in campo. Se penso che la prima volta che ho giocato sull’erba sono caduta, mi viene da ridere. Mi aspettavo di fare qualcosa di buono, ma non così tanto". La fiducia, la disciplina. Anche l’amicizia con una veterana come Sara Errani che l’ha coinvolta nel progetto doppio, "e che mi ha molto aiutato nelle volée: prima la palla mi scottava, adesso mi sento molto più a mio agio".