Le previsioni sul tennis italiano per il 2025
Da Sinner a Paolini, da Musetti e Cobolli, alla rinascita di Berrettini. Con Stefano Meloccaro facciamo le carte alla stagione appena cominciata
Sul fatto che Jannick Sinner sia stato lo sportivo italiano del 2024 non ci sono dubbi, come non ci sono dubbi sul fatto che mai nessuno si sarebbe immaginato di vedere l'Italia sul tetto del mondo del tennis. Ma la storia ha cambiato ogni nostra aspettativa. Lo sanno bene gli appassionati e non solo che da questo 2025 si aspettano successi e trionfi. Insomma, grandi speranze. Per capire però al di là del tifo cosa davvero dobbiamo aspettarci dai prossimi 12 mesi della racchetta abbiamo parlato con Stefano Meloccaro, il principale volto di Sky per il mondo del tennis.
Cosa aspettarsi dal 2025 degli italiani?
“Beh, inutile parlare di Sinner di cui si è già detto tutto e tutto si vede; sarà un 2025 ad esempio importante per Berrettini per il quale, lo ammetto, io faccio il tifo, molto più ad esempio che per Jannick che forse non ne ha nemmeno bisogno. Di Berrettini sono davvero tifoso e spero anche per questo che possa fare una grande stagione dato che ho visto tutta la sua carriera da vicino; dagli esordi, alla finale di Wimbledon che mai mi sarei immaginato nella vita di vedere per un italiano, per finire con la fase buia degli infortuni e della sofferenza. Quindi davvero mi auguro una grande stagione sull’erba e non solo. Ma sarà un anno importante per Cobolli ad esempio che avrà davanti la difficoltà più grande per un tennista che non è fare i risultati: è confermarsi ad alto livello. Mi aspetto tanto anche da Arnaldi, nel pieno di un percorso di crescita, da Sonego, che potrà giocare con la mente libera da settimo giocatore italiano, e da Darderi, uno cresciuto nella fatica e nella polvere della terra argentina. Siamo quindi una grande squadra Sinner a parte…”.
Beh, come si fa a non parlare di Jannick…
“Jannick di sicuro oggi non solo è il più forte del mondo, è un traino, è un esempio per gli altri soprattutto per i più giovani. Da questo punto di vista credo che la vera svolta per il tennis italiano, abituato ad esultare per un terzo turno di Seppi, è stata da quel punto di vista la semifinale di Cecchinato a Roland Garros del 2018. Partita che ha rotto l’incantesimo e fatto capire a tutti che anche un italiano poteva arrivare nel tennis che conta. Poi Jannick non è uno che si può programmare. Dobbiamo essere bravi a godercelo e a salvaguardarlo oltre che a sfruttarlo come esempio per i nostri ragazzi”.
Sinner a parte però se si vince di fatto la Coppa a Davis maschile e femminile significa che la federazione qualcosa di buono, anzi ottimo, avrà pur fatto…
“Ribadisco che uno come Sinner non si crea, ma ti capita… Il resto è l’evidente risultato di una programmazione intelligente, di un nuovo criterio di lavoro voluto dalla Federazione sia al maschile che al femminile e di cui raccogliamo i frutti”.
Appunto le donne. Cosa dobbiamo aspettarci da Paolini e socie?
“Devo essere sincero; Jasmine si troverà davanti un everest da scalare perché ripetere quanto fatto nel 2024 con le due finali slam sarà molto difficile. Mi aspetto che resti nella top ten e sarebbe già tanto. Ma anche al femminile si vede l’importanza di un esempio. Lucia Bronzetti ad esempio nella semifinale e finale di Billie Jean Cup ha giocato non a caso le due migliori partite dell’anno, se non della vita”.
Non è strano parlare di squadra per quello che forse è lo sport più individuale del mondo?
“In realtà no. Anzi… è proprio il suo spasmodico individualismo a far crescere l’importanza di un Capitano o un Campione in squadra per non parlare del Team; ormai in ogni intervista tutti i giocatori e le giocatrici elogiano il proprio Team: allenatore, preparatore atletico, uno sparring… perché la pressione sul singolo uomo o donna è troppa, è insostenibile se si è da soli. La squadra serve, tantissimo…”.
Ultima cosa. Il tennis è al suo momento di massima popolarità in Italia, dove per popolarità intendiamo la sua notorietà sociale. Non lo è però se parliamo di costi; un corso o una singola ora con il maestro possono costare anche 60-70 euro per non parlare dei corsi annuali da 800 forse 1000 euro l’anno… Non sarebbe cosa giusta renderlo più economico?
“Sicuramente si. Si dovrebbe fare qualcosa ma va anche detto che la Federazione sul tema sta facendo già il suo ma non può risolvere questo problema da sola. Già portarlo nelle scuole con qualche progetto è utile ed importante ma credo anche per questioni oggettive che sia difficile arrivare ad un costo per il tennis simile a quello ad esempio del calcio…”.
Dal campo alla tv. Lei è alla guida di un nuovo programma "Tennis Club", dedicato al mondo della racchetta.
“Sarà un luogo dove chiacchierare, come quando sei al campo e finita l’ora o la partita, ti fermi a bere una cosa parlando del mondo del tennis andando anche oltre la cronaca del momento che inevitabilmente ci ruba gran parte del tempo, presi come siamo a raccontare i tornei dei nostri italiani. Era uno spazio che mancava quindi, dove trattare angolazioni di questo mondo di cui si parla meno. Oltre alla squadra con Pescosolido, Pennetta e Bertolucci ospiteremo anche un grande personaggio extra sport ma appassionato di tennis per sentire anche le opinioni di qualcuno fuori un poco dagli schemi”.