Urbano Cairo apre alla cessione del Torino ("lascio solo se c'è qualcuno più ricco"). Toro d'Arabia, i sauditi ci pensano
"Sono al Torino da 19 anni e non rimarrò a vita", le parole di Urbano Cairo. Che svela un retroscena su Gasperini
Urbano Cairo: "Vendere il Torino? Quando arriva qualcuno più ricco di me”
Urbano Cairo rompe il silenzio e ammette. "Sono al Torino da 19 anni e non rimarrò a vita, prima o poi passerò la mano. Spero però che quando venderò il Toro lo cederò a qualcuno più ricco di me che possa avere quei 20-30 milioni di euro in più... Quando arriverà uno più ricco io mi farò da parte, non voglio rimanere a vita al Torino. I ventenni finiscono, vale anche per me - le parole del proprietario del club granata dal settembre 2005 nel corso dello 'Sport Industry Talk' organizzato da Rcs al MAXXI di Roma - ma non dobbiamo generalizzare: il fondo Elliott al Milan ha fatto sicuramente bene, anche Commisso a Firenze sta facendo un buon lavoro, nel calcio non basta avere molti soldi per ottenere risultati. Il calcio italiano ha attratto proprietà straniere perché i prezzi delle società italiane sono molto competitivi. A volte ci sono tensioni legate a rapporti personali nel mondo del calcio. Sicuramente ci sarebbe bisogno di una maggiore unità di intenti e strategie chiare che coinvolgano tutto il movimento".
Torino d'Arabia? Le voci sui sauditi che pensano al Toro di Urbano Cairo
Nelle scorse settimane Urbano Cairo ha smentito le voci su un interesse dalla Red Bull (il brand è sponsor granata con l’Energy Entrance per il riscaldamento e durante gli Energy Break nelle partite più calde). Secondo quanto riporta il CorSport nelle scorse ore "a Riyad si rincorrono infatti le voci su un possibile interesse arabo per l’acquisto del club. Non ci sono ancora trattative, ma secondo quanto filtra l’establishment saudita starebbe studiando il fascicolo granata, valutando la fattibilità dell’operazione". E ancora: "I sauditi preferiscono che i soldi circolino internamente (Al-Hilal, Al-Nassr, Al-Ittihad e Al-Ahli le 4 regine) anziché esportarli. E quando si muovono non lo fanno con imprenditori privati, bensì tramite il fondo sovrano. L’acquisto di un club italiano potrebbe però essere un’opportunità. Un po’ come lo fu il Newcastle, diventato un avamposto arabo in Premier".
Urbano Cairo e quella volta che il Torino fu vicino a Gasperini
Sulla sua avventura a Torino Urbano Cairo ha anche sottolineato: "Presi il club 19 anni fa perché fui chiamato dal Sindaco della città. Il Torino stava fallendo ed era preoccupato della situazione. Risposi alla chiamata perché avevo una mamma tifosissima del Toro che mi spinse, ero conscio dei problemi e delle insidie del calcio. Abbiamo fatto subito benissimo, poi alti e bassi, ora siamo stabilmente in Serie A da 12-13 anni. Si può sempre fare meglio, poi l’Atalanta ha creato un precedente e tutti dicono: 'Perché il Torino non può ottenere quello che sta ottenendo l’Atalanta?' Sono stato vicino a Gasperini, quando Ventura stava per andare via l’avevo chiamato ma aveva ancora un contratto con il Genoa e non lo ha liberato".