Torino, imprenditore morto nel bagagliaio: l'autopsia e l'appello della figlia

L'autopsia sul corpo di Marco Conforti, ritrovato senza vita nel suo Suv esclude una morte violenta. Nei prossimi giorni gli esiti dell'esame tossicologico

Di Redazione Cronache
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Torino, il giallo dell'imprenditore Marco Conforti trovato nel bagagliaio: "Si è sentito male e non è stato soccorso"

Rimane un giallo, quello dell’imprenditore Marco Conforti, trovato morto all’interno del bagagliaio del suo Suv. L’autopsia, nel frattempo, ha fatto luce sulle cause del decesso: l’imprenditore 56enne del settore delle scuole guida, di Castagneto Po nel Torinese, è morto per cause naturali, per un arresto cardiocircolatorio.

Entro venerdì si attendono gli esiti dell'esame tossicologico che stabiliranno se avesse assunto droghe. Intanto le indagini della Squadra mobile di Torino diretta da Luigi Mitola, coordinate dalla procura con la pm Antonella Barbera, proseguono per chiarire come il suo corpo senza vita sia finito nel bagagliaio del suo Suv parcheggiato in via Rovigo a Torino, nel quartiere Aurora, dopo che la sua famiglia non ne aveva più avuto notizie per cinque giorni. Una delle ipotesi considerate è che la vittima si sia sentita male e non sia stata soccorsa da chi era con lui. In questo caso di profilerebbero le accuse di omissione di soccorso e occultamento di cadavere. Al vaglio degli inquirenti ci sono il suo cellulare e i movimenti del conto corrente, oltre alle telecamere di sorveglianza della zona in cui è stato ritrovato il suo corpo, che però in parte non sono risultate funzionanti o hanno già cancellato i video della scorsa settimana. 

L’ultima persona che ha visto vivo Conforti è stato un suo amico, che lo ha salutato nella tarda serata di martedì dopo essere stati insieme in un locale in zona Gran Madre. Poi dell'imprenditore si sono perse le tracce fino a domenica, quando i familiari con l'aiuto di un Gps hanno localizzato la sua auto in via Rovigo.

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“Papà mordeva la vita, sia nel bene che nel male. Era frenetico ma io lo conoscevo bene, come poche altre persone al mondo. In questi giorni hanno tante persone che non lo conoscono davvero. Io lancio loro un appello: fate un passo indietro e state in silenzio perché state creando davvero tanto dolore a me, a mia madre Silvia e a mio fratello Riccardo” è l’appello di Carola, la figlia 18enne di Marco Conforti. “So che si è sentito male, per questo chiedo a chi sa qualcosa di parlare: abbiamo bisogno di andare a fondo di questa storia e di sapere come sia finito dentro quel baule”. E aggiunge: “Era fantastico, nella famiglia e nel lavoro, sempre ben voluto da tutti. Mi ha insegnato tanti valori e ha sempre sostenuto me e mia mamma nonostante si fossero separati. Era un uomo brillante e pieno di vita, frenetico ma buono. Ha sempre fatto del bene a tutti, non merita che il suo nome venga infangato”.

 

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