Budapest, capitale della street art: ecco i luoghi imperdibili della città

Un itinerario nella Perla del Danubio tra murales, sculture pop-up e ruin bar dalle decorazioni eclettiche

di Davide Mura
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Budapest, capitale della street art

 

Dal Castello di Buda ai Bagni Gellért, dal Parlamento che si riflette sul Danubio alla Galleria Nazionale Ungherese fino al viale Andrássy, con le sue eleganti sale da tè, le ambasciate e i palazzi dalle facciate in stile Art Nouveau: le gemme che rendono Budapest una delle città più affascinanti d’Europa non si contano.


 

Ma al di là dei monumenti tradizionali, la capitale ungherese si sta imponendo come una delle principali destinazioni europee per la street art, grazie a una comunità di artisti impegnati che utilizzano i muri della città come tele gigantesche per le loro creazioni. Un aspetto interessante da notare è che la street art di Budapest non intende solo abbellire i quartieri, ma offre anche una finestra sulle sue dinamiche sociali e culturali. La nuova ondata d’arte ha come unico scopo quello di trasformare in gallerie le aree pubbliche, offrendo allo stesso tempo consapevolezza e riflessioni sulla vita quotidiana o ironia e allegria a cittadini e visitatori. Espressione artistica che merita più attenzione, la street art, come Banksy insegna, non ha solo uno scopo decorativo, ma denuncia ingiustizie sociali, consumismo, ipocrisie politiche e sociali.


 

Se a Budapest la street art è presente un po’ ovunque, gli esempi che attirano di più l’attenzione sono concentrati nel Quartiere Ebraico, nel VII distretto divenuto il polo della cultura dell’arte urbana della città, con molte pitture murali iconiche a pochi passi l’una dall’altra. Il quartiere, dopo essere stato colpito durante la Seconda Guerra Mondiale, ha invitato artisti da tutto il mondo a trasformare edifici rovinati con le loro creazioni, dando così nuova energia e bellezza al circondario. Tra le opere più celebri, si annoverano quelle di Neopaint Works, che ritraggono scene della vita quotidiana e personaggi storici, e altre di street artist internazionali che hanno lasciato il loro segno sulla città.

Un itinerario urbano può iniziare vicino alla sinagoga, dove i visitatori si imbattono in un ritratto dell’imperatrice Elizabeth, la quale dà il nome al distretto stesso: Erzsébetváros, o “la città di Elizabeth”. Arrivati a Kazinczy Street, famosa per le sue opere di street art colorate, è possibile ammirare “Rubik’s Cube”, una delle più amate, che suggerisce la soluzione del famoso puzzle creato dall’ungherese Erno Rubik. Il murale venne dipinto nel 2014 per celebrare il quarantesimo anniversario del rompicapo di Rubik e il settantesimo compleanno del suo inventore.


 

Poco distante, un muro colorato dall’artista spagnolo Okuda rende omaggio all’“Angelo di Budapest”, il diplomatico spagnolo Angel Sanz Briz che salvò dalla deportazione molti ebrei ungheresi durante la Seconda Guerra Mondiale. Sempre nel quartiere ebraico, ormai centro nevralgico della vita notturna, il murale dell’artista britannico Luke Embden promuove la tolleranza e l’unione con l’invito “Love Thy Neighbour”. Si trova invece al numero 27 di Kertész il murale dello spagnolo Dan Ferrer, ispirato ad Alice nel paese delle meraviglie, che raffigura una ragazza che si libera dalle sue costrizioni come simbolo della speranza per il futuro.

Come ultima tappa, c’è il Szimpla Kert, il primo e più famoso ruin bar di Budapest, un locale aperto in un edificio abbandonato e arredato in maniera eccentrica, con oggetti stravaganti e kitsch di ogni genere, all’insegna di colori sgargianti, musica e quest'arte un po’ anarchica che interroga gli spettatori provocandoli: i messaggi sono chiari e aspettano solo di essere condivisi.