Un presidente donna, dopo un presidente nero. Lo storytelling prevedeva una storia a lieto fine con il successo dell'usato sicuro, Hillary Clinton, contro il marziano Donald Trump. Niente da fare, la realtà era ed è ben diversa. Beffati i sondaggisti, come sempre ormai, incapaci di percepire gli umori profondi e nascosti della pubblica opinione americana (e ieri britannica, con la Brexit). Beffati gli opinion leader e columnist, incredibilmente presuntuosi e autoreferenziali: nessuno di loro aveva previsto il successo dell'uomo d'affari miliardario e spettinato. Beffati gli gnomi della Borsa e dei mercati finanziari che non credevano nel palazzinaro self made man.
Il popolo si ribella contro le elites e contro l'establishment e vota l'alieno pur di bocciare la Clinton, un candidato democratico davvero impresentabile per il suo passato politico e privato. Sicurezza, protezione dei confini, riduzione delle tasse, l'America prima di ogni cosa...: Trump vince perché parla semplice e chiaro e dice quello che gli americani oggi vogliono sentirsi dire.
La storia volta pagina, nella più grande democrazia del mondo. E nulla resterà come prima, su tutto il pianeta. Nell'economia, nelle relazioni internazionali, nella vita quotidiana non solo dei cittadini americani. Trump ha detto poco, in questa campagna elettorale, delle sue ricette operative. Si è proposto e accreditato come un uomo capace di risolvere problemi. E' sostanzialmente un'incognita per il pianeta, come dimostrano le prime reazioni di panico dei mercati. Questo 9 novembre è una data sconvolgente per tutti gli scenari globali, davvero un terremoto.