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L'avvocato del cuore
Coronavirus e i rischi per le donne nel restare a casa. L'avvocato risponde

In questo difficile momento di emergenza, i miei collaboratori e io abbiamo deciso di esservi vicini, in tutti modi nei quali ciò è possibile, per risolvere rapidamente i Vostri problemi. Quindi anche su Affaritaliani.it. È brutto per noi pensare che siete chiusi a casa, senza possibilità di risolvere problemi (importanti e non), nella convinzione che tutti gli Studi legali siano chiusi. In realtà sappiate che quasi tutti gli avvocati stanno cercando di lavorare e, così, di essere vicini ai loro Clienti, via telefono e via email. Per esempio, noi le consulenze le svolgiamo tramite Skype previo appuntamento da prendere mandando un’email all’indirizzo della segreteria. Indirizzo email e numeri telefonici li trovate sul nostro sito. Potete anche scrivere domande brevissime all’indirizzo email segreteria@abdp.it e qui su Affaritaliani.it Vi daremo le risposte. Tutti i giorni. 

ECCO QUI SOTTO LA SECONDA PUNTATA

“Avvocato, ma lo sa che in questo periodo oltre al rischio del Covid-19 c’è anche un rischio grave nel rimanere a casa?”

#IORESTOACASA è lo slogan che accompagna l’emergenza mondiale causata dal Coronavirus. Ma che cosa succede quando le mura domestiche, che dovrebbero essere il nostro “luogo sicuro”, sono il luogo nel quale si consumano violenze e abusi?

Alla paura del virus e delle possibili conseguenze, allo sconvolgimento delle quotidiane abitudini, alla lontananza dell’affettività delle persone care, dobbiamo aggiungere la crescita degli episodi di violenza domestica; infatti per molte donne, stare a casa non è un invito rassicurante. Parlo di quelle donne, di quelle madri, che vivono 24 ore su 24 con il proprio carnefice, isolate da tutto e tutti: donne che vedono il pericolo fuori e dentro casa. Ma non sono solo loro a essere le vittime silenziose di questi “arresti domiciliari” ai quali siamo costretti da settimane; lo sono anche i loro figli, testimoni diretti della violenza sulla propria madre, del rumore delle percosse, delle grida, delle minacce e degli insulti. Bambini, che non smetteranno mai di sentirsi in colpa per non essere riusciti, ancora una volta, a placare l’ira violenta del padre.

Ciò che rende questa situazione un’emergenza dentro l’emergenza è che, con le misure restrittive per il contenimento del contagio, i centralini dei Centri Antiviolenza hanno smesso di squillare; d’altronde l’unico momento che queste donne hanno per poter chiedere aiuto è quello nel quale sono “fuori da casa” o “lontane dal partner”.

E allora, come devono comportarsi?

Ecco un vademecum per tutte coloro che subiscono violenza:

1. USARE LA “TESTA”

È consigliabile evitare di dire alla persona violenta che si ha l’intenzione di parlare con un avvocato per separarsi o di andare via, di denunciarlo o di chiamare centri antiviolenza.

2. DENUNCIARE

La violenza è uno stato di necessità, e per questo è assolutamente consentito uscire da casa per recarsi dalle forze dell’ordine e denunciare il proprio maltrattante, riferendo al partner di dover andare a fare la spesa, oppure a gettare la spazzatura. È sufficiente anche una telefonata al 1522 “numero nazionale antiviolenza” sempre attivo, che accoglie le richieste di aiuto e assistenza da parte di coloro che subiscono violenza domestica.

3. SCARICARE L’APP YouPol

Un’app che è stata messa a disposizione di quelle donne che, non potendo in alcun modo uscire dalla propria abitazione, possono, tramite smartphone, segnalare da casa la violenza subita dal partner direttamente alla Polizia di Stato.

Per queste donne l’emergenza è anche dentro casa, ma non deve più essere silenziosa.

Dott. Francesca Albi

Studio legale Bernardini de Pace

 

 

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