Lo sguardo libero
“Nuova Via della Seta”, l’intesa con la Cina è para-politica
Gli accordi bilaterali siglati da altri Paesi Ue con Pechino sono eminentemente economico-commerciali
La strategia di minimizzare il memorandum d’intesa sulla “Nuova Via della Seta”, che l’Italia si appresta a firmare col presidente cinese Xi Jinping in visita a Roma il 22 marzo, viene suggellata da Bruxelles, che fa un passo indietro rispetto a Washington, che rimane contraria all’accordo. L’Europa non vuole probabilmente infierire sull’Italia, il Paese, tra i maggiori dell’Ue, che sembra oggi essere il più debole sia economicamente che politicamente.
E’ vero, nel memorandum non si parla dell’uso della tecnologia 5G attraverso Huawei, testa di ponte temuta dagli Usa, strategica e anche spionistica, della Cina in Occidente. È vero, saranno 50 gli accordi che riguardano il sistema Italia nella sua complessità: dalla cultura all' università, dalle dogane all’industria alla finanza. È vero, alcuni partner europei hanno già stretto accordi bilaterali, ma questi sono eminentemente economico-commerciali. Quello italo-cinese è realizzato in un contesto, se non politico, certamente para-politico. Più di una goccia che può scavare la pietra della scelta dell’atlantismo da parte dell’Italia. Non ci sono dubbi: da un lato la democrazia liberale, dall’altro il comunismo, due opposti.
Nel memorandum, si cita il contesto dei trattati internazionali, ma non si fa esplicitamente riferimento al tema dei diritti umani. La Cina, con Xi Jinping, “a tempo indeterminato” presidente, segretario del partito unico e capo dell’esercito, con la repressione in atto nello Xinjang e in Tibet, sembra l’evoluzione, al contempo perfetta e spaventosa, del comunismo. Si rifletta sull’economia di mercato di Stato; sui due noti imprenditori italiani che per non perdere clienti devono, mortificati, porgere scuse pubbliche ai cinesi, offesi da un post scherzoso su Internet; sui milioni di cinesi che, sempre più ricchi, viaggiano nel mondo, fedeli, anzi grati, al regime. Tutto ciò potrebbe avere sviluppi intrinsechi, inevitabili e incontrollabili che vanno oltre l’internazionalismo preconizzato da Karl Marx e Friedrich Engels. La tv di Stato alla proclamazione di Xi Jinping quale presidente “eterno” sentenziò: “1,4 miliardi di cinesi ancora uniti sulla stessa strada”. E che cos’è la “Nuova Via della Seta” se non una strada che arriva nel cuore del democratico e liberale Vecchio Continente?