Tg, al Nord Mimun ‘tallona’ Carboni che trionfa al CentroSud
Il Tg4 di Greco conquista i ceti produttivi, Paterniti al top in Friuli
I dati sono curati da Anthony Cardamone della multinazionale pubblicitaria Omnicom Media Group
Piccola sorpresa se si spulciano i trend sociologici dell’auditel. Il TG5 di Clemente Mimun parla al nord più del TG1 del neo direttore Giuseppe Carboni (appena arrivato ). Lo raccontano i dati del colosso pubblicitario Omnicom Media Group, curati dal responsabile ricerche Anthony Cardamone. Nelle regioni 'chiave' e produttive d’Italia, infatti, il telegiornale dell’ora di pranzo della rete ammiraglia di Mediaset totalizza una share media del 18% ( considerando sia chiaro solo l'edizione meridiana) , superando di quasi un punto percentuale il TG del primo canale, che comunque totalizza un invidiabile 17.3%. Un buon risultato per l’informazione di Canale 5 e per il Biscione, senza però dimenticare che la leadership globale del TG1 resta ben salda se si considerano i numeri assoluti, e con picchi corposi nel Centro e nel Sud. Ma veniamo ai dati delle due regioni del Nord : in Lombardia la media del TG5 delle 13.00 tra settembre e novembre è stata del 17.5% contro il 16.4% della controparte Rai, mentre in Piemonte lo scarto è stato leggermente superiore (20.1% contro il 18%).
Spostando la sfida alle edizioni serali, invece, il TG1 resta la fonte d’informazione più seguita nel Belpaese, e in questo caso non fanno eccezione la Lombardia che il Piemonte: nel Nord-Ovest il telegiornale diretto da Carboni ottiene la media di share più bassa (si fa per dire…visti gli ascolti ) rispetto all’ottima media nazionale (19.9%), media che comunque le permette di superare il tiggì di Mimun di circa due punti percentuali (17.8%). Risultati simili nel Nord-Est (20.7% contro 17.1%) e nel Sud (23.9% contro 22%), mentre è nel Centro (quindi le regioni rosse) in cui risiede il più grande margine di differenza, con il TG1 che stacca di quasi dieci punti percentuali la controparte Mediaset (26.6% contro 16.8%).
Tornando fascia oraria meridiana, è interessante notare come i trend di tutte le varie redazioni siano molto diversi in base alle regioni: partiamo dal TG2 del neo direttore Gennaro Sangiuliano, il quale registra una media nazionale del 15.3% di share. La media è rispettata o ampiamente superata al Nord-Est (15.8%) e al Centro (ben 17.7%), mentre risultano al di sotto il Sud (14.9%) e soprattutto il Nord-Ovest (13.6%). Risultati simili per la TGR di Alessandro Casarin, con la media nazionale del 16% rispettata o al di sopra al Nord-Ovest (16.3%) e al Centro (17.9%), con il Sud (14.7%) e il Nord-Est (15.9%) sotto-media. Entrando nel dettaglio del TG1, invece, la media monstre del 21.6% è decisamente influenzata dai numeri del Centro (24.1%) e del Sud (25.4%), mentre al Nord-Est (17.5%) e al Nord-Ovest (17.3%) la situazione è diametralmente opposta. Passando in casa Mediaset, i dati sono opposti: Studio Aperto di Anna Maria Broggiato presenta un’ottima media su tutto il territorio dell’11.1%, trascinato specialmente dal Nord-Ovest (13.7%), macroregione che traina tutte le altre. Va forte in settentrione anche il TG4 di Gerardo Greco, con la media nazionale del 3.8% dovuta soprattutto dal Nord-Est (4.3%) e dal Nord-Ovest (4.1%). Il neo direttore ec conduttore di Agorà è riuscito a posizionare un TG che soffre della concorrenza di quiz e programmi di grandi ascolti e benché le all news schierino a quell’ora programmi o volti di punta.
Quanto al Tg 3 di Giuseppina Paterniti, che si conferma un giornale in ottima salute, nella edizione delle 14 i picchi si confermano in Toscana con una media del 15%, percentuali bulgare anche nelle marche (18%) e in Umbria. Ma va bene anche al nord dove l’ex Telekabul ha quell’Ora rasenta il 23% di share. Alla sera il Tg Tre migliora ulteriormente il Friuli con quasi il 24%, molto bene il Veneto con un corposo 15% e la Liguria con il 15%. Più deboli sono la Puglia e la Sicilia con a malapena il 7% di share anche per motivi di abitudini d’ascolto diverse rispetto al nord.
Nonostante i grandi numeri in Lombardia e Piemonte, il principale bacino di consenso del TG5 rimane il Sud, con la media del 24% in questa macroregione ben oltre il 19.5% di quella nazionale. Il telegiornale che invece registra risultati agi antipodi rispetto a quello di Mimun è il TG La7: Enrico Mentana su livello nazionale ottiene una media del 4.1%, rispettata in tutte le zone tranne che al Sud, dove i dati indicano un ben inferiore 2.9%.
Spostando l’attenzione sul panorama informativo serale, la suddivisione dei risultati dei telegiornali nelle varie regioni non presenta grosse differenze rispetto alle edizioni dell’ora di pranzo, sebbene siano diverse le medie nazionali: il TG1 segna il 22.8%, con la Toscana che recita il ruolo di regione più affine grazie a un altissimo 29.5%. Al secondo posto si piazza ovviamente il TG5, grazie alla media del 18.7% che trova nel 23.9% della Calabria il picco più alto. Segue la TGR, sempre molto legata al territorio e che presenta una media totale del 12.9%. In questo caso è estremamente interessate notare come in Friuli Venezia Giulia la media salga fino a un vertiginoso 30.7%. Appena giù dal podio degli ascolti si colloca la versione nazionale del TG3, grazie alla media dell’11.5% in cui, ancora una volta, a svettare è il FVG al 23.4%. Chiude il cerchio della tv pubblica il TG2, il quale ottiene una media del 7.1% e che trova nella Liguria la regione più affine al 9.2%. La versione serale del TG La7, invece, cresce a livello nazionale fino al 5.7% di share, con il Friuli Venezia Giulia che – curiosamente - è ancora una volta la regione che produce i risultati migliori (8.8%). Interessante osservare che per Studio Aperto e TG4 le regioni più affezionate siano rispettivamente Umbria (9.6%) e Basilicata (4.8%), quindi non regioni del Nord in cui le due tesate ottengono i risultati migliori.
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