Rocca sbrocca
Covid, adenosina per curarlo. Ma l'Aifa blocca sperimentazione in Calabria
Il professor Pierpaolo Correale, direttore del reparto di Oncologia Medica al Grande Ospedale di Reggio Calabria, ha studiato una cura nuova contro il Covid
Da inizio pandemia il professor Pierpaolo Correale, direttore del reparto di Oncologia Medica al Grande Ospedale di Reggio Calabria, ha messo a punto una cura innovativa contro il Covid-19 che si basa sull’Adenosina, una molecola prodotta dal nostro stesso organismo che blocca l’infiammazione e induce i processi di riparazione. Grazie, poi, all’intuizione del direttore della Terapia intensiva e Anestesia, Sebastiano Macheda, che ha proposto di somministrare l’adenosina tramite aerosol, si è riuscito a perfezionare la terapia eliminando potenziali effetti collaterali che la somministrazione via endovena dell’adenosina avrebbe potuto causare riuscendo così a curare in sicurezza e a guarire numerosi casi di polmonite.
Professor Correale per quale tipo di pazienti risulta efficace la terapia con l’adenosina?
Nella primavera di questo indimenticabile e terribile 2020, ci si è trovati di fronte pazienti malati, molti gravi, alcuni ricoverati in terapia intensiva; tra Marzo e Aprile si contavano già i morti, troppi: sembrava con non si potesse fare nulla. Prima lo si è sperimentato, in via compassionevole – la via off label, quella che, in emergenza, la verifica di idee originali -con4 pazienti in rianimazione, poi si è passatia quelli ricoverati nel reparto malattie infettive: una settimana e i pazienti sono stati dimessi. Non solo: a distanza di tempo è stata verificata la negativizzazione del virus, la scomparsa della carica virale. Dei 14 pazienti trattati, 12 sono completamente guariti e sono in ottime condizioni generali. Quindi è efficace su pazienti ospedalizzati con polmonite covid e sintomatologia respiratoria.
Come funziona la terapia e che tempi di efficacia richiede contro chi ha contratto il Covid-19?
L’adenosina, attraverso dei recettori, ha la capacità di fermare completamente l’infiammazione, mettendo a riposo i tessuti e avviando il processo di riparazione dei medesimi; allo stesso tempo funziona da sentinella d’allarme del processo immunitario, attirando la sua attenzione – se così si può dire - e innescando la sua attività. L’adenosina è un farmaco antiaritmico ma con una forte azione antinfiammatoria, viene somministrato ai pazienti affetti da Covid 19 attraverso una via innovativa: per via inalatoria attraverso nebulizzazione, l’aerosol che tutti conosciamo. L’adenosina per altro costa pochissimo, solo 70 euro e riduce i tempi di ricovero da 15 giorni a 5 -6 giorni.
Ci sono controindicazioni nella pratica di tale terapia?
Assolutamente no. L’adenosina è molecola endogena, un antinfiammatorio prodotto dal nostro stesso organismo che è in grado di spegnere l’infiammazione da Covid-19e indurre i necessari processi di riparazione dei tessuti danneggiati.
Si potrebbe usare anche a casa o è necessario essere ospedalizzati per la terapia con l’adenosina?
Si, è necessario che la terapia venga effettuata in ospedale poiché viene utilizzato un macchinario specifico “Aereogen” che inocula con alti flussi nelle basse vie aeree l’adenosina.
Avete prodotto uno studio sperimentale su tale terapia? A che punto siete arrivati?
Si abbiamo prodotto uno studio sperimentale “Therapeutic effects of adenosine in high flowm 21% oxygen aereosol in patients with Covid19-pneumonia”.
Avete inviato i vostri risultati anche all’AIFA, l’Agenzia italiana del Farmaco. Che tipo di valutazione è stata effettuata riguardo tale terapia?
Si abbiamo inviato i nostri risultati all’AIFA, non siamo però riusciti ad avere un confronto con loro cosa che sarebbe stata molto importante. L’AIFA dovrebbe avere un ruolo si rigoroso ma non rigido, dovrebbe dare la possibilità ai medici di sperimentare con controllo e regole ma non togliere la speranza di poter guarire all’adenosina che viene studiata da tanti anni ed è conosciuta da tutti già da prima. E’ stata bloccata senza delle motivazioni comprensibili e senza la possibilità di un confronto per il quale eravamo a disposizione. In un momento storico critico per la salute nulla dovrebbe essere lasciato al caso. L’AIFA dovrebbe avere come mission quella di incentivare gli studi spontanei e la ricerca in genere, non inibirla. Ecco la risposta dell’AIFA non favorevole “in considerazione di un rapporto rischio/beneficio non definibile; si ritiene che a fronte dell’attuale disponibilità di alcune opzioni terapeutiche di provata efficacia lo studio proposto non possa essere autorizzato”. Si pensi che negli Stati Uniti, in Florida si avvia lo “studio Artic”, sotto la responsabilità di Bruce Spiess e Misha Sitkovsky. Al GOM la task force è composta anche dai team dei professori Billotta e Caracciolo, che si aggiungono a Correale e a Macheda: oltre Scilla si guarda Miami. Ci sono già due lavori pubblicati e un congresso in vista per approfondiree verificare dati, procedure, studi.
In questo momento ci troviamo in piena seconda ondata. In quanto medico le è già stato somministrato il vaccino?
Si a Reggio Calabria, nel mio reparto, siamo stati tutti vaccinati.
La terapia con l’adenosina può essere una cura alternativa o complementare al vaccino?
Sono due cose diverse, il vaccino è molto importante aiuta e aiuterà a debellare la pandemia.
La cura è altrettanto importante e necessaria per coloro che si ammalano gravemente e vengono ospedalizzati, l’adenosina potrebbe accelerare il processo di guarigione. Direi quindi che sono due cose complementari.