Palermo, (askanews) - Da Anton Van Dick a Jan Provoost, da Matthias Stomer a Jan Gossaert. I grandi maestri dell'arte fiamminga sono protagonisti al Palazzo dei Normanni di Palermo, nella mostra "Sicili , pittura fiamminga", con 52 dipinti esposti fino al 28 maggio.Per 2 mesi, i visitatori avranno l'opportunità di apprezzare il meglio dell'espressione pittorica fiamminga presente in Sicilia con una raccolta, di provenienza sia pubblica che privata, impreziosita dal ritratto di Santa Caterina d'Alessandria, capolavoro riscoperto dopo 32 anni di oblio nel monastero di Santa Caterina. Una mostra, secondo Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II, che testimonia la capacità della Sicilia che dal 1400 al 1600 ha saputo dialogare fortemente col Nord Europa: "Non solo perché culla della cultura siciliana, ma capace di attrarre a sé i maestri d'arte fiamminghi. Una Sicilia capace di essere al centro di un'economia non solo del Mediterraneo ma del Nord Europa".L'evento è organizzato dalla Fondazione Federico II e dall' assessorato regionale ai Beni Culturali con l'Alto Patrocinio dell'ambasciata belga in Italia. Vincenzo Abbate, uno dei curatori: "Non c'è dubbio che la pittura di Fiandra, almeno nelle estreme propaggini del Mediterraneo veniva scelta proprio per questa carica fortemente devozionale, siamo davanti per lo più ad opere di formato ridotto, trittici, soprattutto tavolette destinate alla devozione privata. Fonti ci dicono che anche Carlo V e il grande Filippo II piangevano di fronte a un'immagine devozionale".Il percorso si sviluppa attraverso due nuclei tematici, strettamente legati fra loro: le opere presenti in Sicilia riconducibili al collezionismo e alla committenza artistica e gli artisti di origine fiamminga e olandese, pienamente attivi e inseriti nel tessuto storico-sociale a partire dagli anni centrali del Cinquecento.