Culture

Mario Velocci, sculture che risuonano a San Celso a Milano

 

Milano, 4 lug. (askanews) - Uno scultore molto prolifico e attivo dagli Anni Settanta, ma poco esposto, che arriva per la prima volta a Milano, nella Basilica di San Celso. Mario Velocci è un artista frusinate, che raramente esce dai propri territori, ma il cui lavoro evoca diverse suggestioni, come ci ha spiegato il curatore Giorgio Verzotti. "Velocci - ha detto ad askanews - costruisce delle strutture filiformi, magari inquadrate fortemente da strutture di ferro, ma che nella gran parte delle sue soluzioni formali sono poi fatte di bacchette metalliche, tondini di ferro, che tra l'altro hanno questa caratteristica di risuonare".Il suono è un elemento chiave, anche se non l'unico, all'interno di una pratica che ricorda, per esempio, la lezione di Fausto Melotti, che è unito a Velocci dalla ricerca di una leggerezza della scultura che non rinuncia comunque a un'idea di monumentale. Ma una monumentalità, potremmo dire, ritmata. "Alcune di queste scultura - ha aggiunto Verzotti - sembrano degli spartiti musicali, perché comunque sia la musica, la sonorità, ma anche la musica, quella che si scrive appunto su gli spartiti, è uno dei temi prediletti del nostro artista".Come lo stesso Velocci ci ha confermato: "Sto lavorando molto sulla musica delle partiture sonore - ha detto l'artista - e allora l'acciaio che ha una flessibilità diversa, ha questo suono molto bello e sto realizzando queste grosse installazioni".La mostra è organizzata dalla Fondazione Mastrantoni con il supporto dell'Antica Tenuta Palombo ed è realizzata in collaborazione con l'associazione culturale no profit Isorropia Homegallery. Resta aperta al pubblico a Milano fino al 9 agosto.