Culture

Milano, la Crocifissione di Masaccio: un capolavoro al Diocesano

 

Milano, 23 feb. (askanews) - Un dipinto di enorme potenza, una pietra miliare dell'arte italiana: al Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano è ospitata la "Crocifissione" di Masaccio, in prestito dal Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli."È un'opera che davvero ci fa vedere un cambio di passo - ha detto ad askanews Nadia Righi, direttrice del Diocesano - un linguaggio che cambia: iniziano l'umanesimo e il Rinascimento. E quest'opera nello specifico è di una potenza incredibile, per il significato, per il contenuto, per il fatto che Masaccio accetta la sfida di lavorare sul fondo oro, che naturalmente nella poetica tardo gotica aveva sempre avuto un significato legato al mistero e al divino, ma nello stesso tempo era anche la negazione della spazio, l'astratto. E invece diventa qualcosa di vero, diconcreto, che il corpo sfonda".L'esposizione racconta la storia del dipinto, per quanto possiamo sapere, partendo dalla ricostruzione del polittico che originariamente lo ospitava. L'incredibile prospettiva del volto di Cristo prende senso proprio scoprendo che la Crocifissione era ospitata nella parte alta della struttura, e quindi andava osservata dal basso. Ma accanto alla poderosa tecnica di Masaccio, c'è anche una dimensione più profonda. "Masaccio - ha aggiunto la direttrice - lavora sul tema del dolore, in modo poetico, in modo fortissimo, in modo umano, ma che va anche oltre l'umano".Nel dettaglio il dipinto presenta la sofferenza di San Giovanni, presenta il lamento, straordinario di Maria, impotente e statuaria accanto alla Croce. "E poi quella Maddalena! Quella Maddalena è potentissima - ha concluso Nadia Righi - è una freccia indicatrice. Masaccio la aggiunge dopo, probabilmente per rendere ancora più forte la scena. Maddalena è in diagonale, sfonda lo spazio e urla. Noi non la vediamo, ma siamo certi che urla". La grandezza dell'opera di Masaccio, la sua potenza pittorica che non si affievolisce con il passare dei secoli sta anche in quella figura drammatica che ricorda gli studi per una Crocifissione di Francis Bacon. Forse questo pensiero ci aiuta a percepire la forza dirompente del quadro, la sua contemporaneità e il messaggio universale che veicola.