Culture

Vezzoli e Fedez in Triennale, una scultura per beneficenza

 

Milano, 21 feb. (askanews) - Una scultura doppia per la Triennale di Milano e, soprattutto, un progetto benefico. Francesco Vezzoli e Fedez hanno presentato, insieme a Stefano Boeri, "Il pessimista narcisista o il narcisista pessimista", opera dell'artista bresciano che ritrae in doppia veste il cantante, che ha sua volta l'ha usata come immagine di copertina del suo ultimo album. Il punto però sta nel fatto che in aprile la scultura andrà all'asta e il ricavato, insieme a parte degli introiti del disco, andrà a sostenere la Fondazione Together To Go, che si occupa di bambini con patologie cerebrali complesse e che sta realizzando a Milano una nuova sede, dove offrire cure gratuite."Da subito - ha detto Fedez - ho compreso che lo sforzo discografico dovesse andare in quella direzione, non solo per le cose belle che TOG fa per bambini e bambine e i servizi che offre a livello europeo, dove non esiste una struttura che si muove in questo senso, ma soprattutto perché c'è una struttura che verte ad aumentare il numero di bambini che vengono aiutati, per ampliare a fascia di età e cercare di arrivare fino all'inserimento al lavoro".Dal canto suo Vezzoli, che attribuisce tutti i meriti del progetto all'amico cantante, ha voluto sottolineare la linea di continuità che questa scultura ha nella sua produzione. "Io posso solo rivendicare - ci ha detto - che l'opera che ho fatto era un'opera che avrei fatto comunque. Molto spesso la beneficenza si trasforma in una sorta di seconda linea artistica. Io questa scultura me la sentivo ed è basata sull'amicizia e sul rapporto che c'è con Federico".In casi come questi, soprattutto se si parla di bambini, il rischio di scivolate retoriche è forte, ma Fedez, abituato all'introspezione, ribalta con stile la questione. "Credo che sentirsi utili - ha spiegato - faccia tanto bene anche a se stessi. Quindi quello che sto facendo è in primis una cosa abbastanza egoistica".Ed è interessante anche che, in uno dei templi della cultura milanese, alla presenza di uno degli architetti più famosi del mondo, a essere raccontata sia una storia pop, che parla a pubblici vastissimi, e, comunque, data la statura di Vezzoli, parla di arte contemporanea in modo diverso. "I tempi - ha concluso l'artista - stanno palesemente cambiando, che sia la rivoluzione digitale o che sia, come dire, il mondo che si evolve, è chiaro che un certo tipo di attitudine popolare in qualche modo deve e sarà accolta anche all'interno del dibattito più elitario. E' Inevitabile".In attesa degli esiti dell'asta Sotheby's del 4 aprile, già questa sembra essere una buona e intrigante notizia.