Spettacoli

Arriva "Diabolik", Marinelli: sono affascinato dal suo mistero

 

Roma, 13 dic. (askanews) - L'attesa per "Diabolik" è finita. Arriva il 16 dicembre nei cinema il film dei fratelli Manetti ispirato al celebre fumetto, con Luca Marinelli nel ruolo del misterioso ladro creato da Angela e Luciana Giussani, Miriam Leone in quello di Eva Kant e Valerio Mastandrea in quello dell'ispettore Ginko. Una rilettura fedele dell'universo di Diabolik, con una splendida regia, una ricostruzione delle atmosfere cupe della città di Clerville e dell'eleganza di scenografie e costumi degli anni Sessanta.L'interprete di Eva Kant spiega: "L'attesa naturalmente crea aspettativa, quindi, già l'aspettativa c'era, perché quando sono venuti fuori i nomi di chi avrebbe interpretato già c'erano 200 commenti, forum. Adesso si aspetta da un anno, chiaramente, l'uscita di questo film. Avendo in sé una grande ventata di cinema classico, noir, hitchcockiana, è un gran divertimento per gli appassionati di cinema, un divertimento che il cinema proprio ti coinvolge, cioè non ti puoi mai distrarre dalla storia, dall'inizio alla fine".Luca Marinelli ha la freddezza, il fascino, il mistero di Diabolik. L'attore racconta: "Diabolik è un uomo misterioso, anche volendo andare a scoprire un po' le sue origini si arriva ad un certo punto. Questo aspetto del mistero mi affascina molto, secondo me guardare Diabolik è come guardare un animale nel suo habitat naturale. E' una persona che si crea da sola, fino al numero tre, il momento in cui incontrerà Eva Kant, e da lì inizierà questo loro universo, questa loro bolla, perché loro sono loro stessi solamente assieme, solamente nel loro rifugio, poi fuori sono mille identità diverse".A proposito di questa coppia Miriam Leone dice: "Non sono mai smielati Eva e Diabolik, c'è un amore tra pari, c'è un amore dinamico, sono due forze creatrici. Ognuno è un pianeta, cioè Eva non è un satellite di Diabolik. Quindi c'è molto dinamismo in questo romanticismo".Alla domanda cosa potrebbe attrarre di "Diabolik" i giovani spettatori che amano i supereroi cinematografici, Marco Manetti e Valerio Mastandrea rispondono:"Io sono cresciuto con i fumetti Marvel e con Diabolik, segno che si possa crescere con entrambe le cose, e spero che lo leggeranno di nuovo perché si accorgeranno che è una cosa che va bene anche per loro. Insieme ai fumetti Marvel, insieme ai manga, sono tutte delle forme d'arte bellissime e che non si contrappongono, possono vivere insieme"."E' un film analogico - dice Mastandrea - che chiede una pazienza analogica, diciamo. Poi c'è l'analogico e il digitale, puoi fare un po' e un po', insomma".