Roma (askanews) - E' stato accolto con dieci minuti di applausi il nuovo film di Matto Garrone, "Dogman", in concorso al festival di Cannes, e ora nei cinema italiani. Ispirato ad una vicenda di cronaca di 30 anni fa, qualla del "canaro della Magliana", il film racconta la vita di un uomo mite, Marcello, interpretato da Marcello Fonte, che ha un rapporto di amicizia e sudditanza con Simoncino (impersonato da Edoardo Pesce), ex pugile che terrorizza un quartiere della periferia romana, tra degrado e abbandono. Il regista ha definito il suo protagonista un Buster Keaton moderno: "Nella mia testa e in quella degli sceneggiatori c'era questa idea che questo personaggio avesse dei lati comici e una sua purezza. E Marcello ce l'ha, insieme ad una grande umanità e a una grande dolcezza".Garrone infatti nel film non indugia sulla violenza della vicenda ma fa emergere il rapporto psicologico tra vittima e carnefice."Io ho preso proprio le distanze dal fatto di cronaca, e mi sono avventurato in un territorio dove la violenza c'è, ma è più una violenza psicologica. E la relazione che si crea tra i due personaggi è una relazione ambigua: sì, vittima e carnefice, debole contro forte, ma al tempo stesso c'è anche un'amicizia a tratti, una fascinazione, da parte del nostro protagonista per il coraggio e la forza di Simoncini. E al tempo stesso c'è anche la paura che lui ha nei confronti di questo personaggio. E' un film dove la violenza si mescola a dei momenti di grande dolcezza e amore".