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Coronavirus
Coronavirus (Covid-19), dai sintomi alla trasmissibilità: come proteggersi

Covid-19, la variante Omicron spaventa l'Europa: sempre più insistenti le voci di un nuovo lockdown

La probabilità di un'ulteriore diffusione della variante Omicron del Covid nell'Unione europea è "molto alta" e "nella situazione attuale, la sola vaccinazione non consentirà di prevenirne l'impatto". Questa la conclusione dell'ultimo aggiornamento alla valutazione rapida del rischio, diffuso dall'Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che nel documento rilasciato invita a una "rapida reintroduzione e rafforzamento di misure non farmacologiche per ridurre la trasmissione di Delta in corso e per rallentare la diffusione di Omicron".

L’Italia, dunque, come l’Europa, non ha un momento di pace e deve alzare gli scudi contro una nuova variante del Covid. E gli scudi anti-Omicron, a quanto pare, non sono composti esclusivamente dai vaccini. Anzi, sempre l’Ecdc si dice preoccupata soprattutto “a causa di report preliminari su cluster di casi anche tra persone che erano state completamente vaccinate".

Non solo gli adulti, la ripresa dei contagi desta molte preoccupazioni anche per i bambini. E negli ultimi giorni sarebbe trapelato un rumor che, se fosse vero, avrebbe del clamoroso. Al momento non ci sono conferme ufficiali, ovviamente, ma l'ipotesi inizia a circolare con forza tra fonti politiche e governative. Ormai tutti gli esperti stanno affermando che il virus del Covid circola soprattutto tra i più giovani, tra i bambini, vittime di questa pandemia gestita in modo disastroso dagli adulti, dai governi europei e mondiali. E, incredibilmente, potrebbe essere proprio i più piccoli a subire le conseguenze peggiori della nuova ondata di coronavirus spinta dalla variante Omicron. Infatti, si fa sempre più insistente la voce che dice che non è escluso che il governo possa decidere di non riaprire le scuole dopo la festività di Natale.

Nei giorni scorsi, il quotidiano britannico The Guardian aveva riportato uno studio secondo il quale nel Regno Unito si potrebbe raggiungere la cifra impressionante di un milione di positivi Covid ogni giorno. Attenzione, qui non si tratta di allarmismo, ma “solo” dello scenario peggiore possibile che le autorità di tutti i Paesi stanno valutando in questi giorni.

Chiaramente, anche l’Italia potrebbe giungere in una situazione tanto drammatica e, stando a fonti politiche, se son vere quelle previsioni, diventerebbe sicuro un lockdown totale e generalizzato (anche per i vaccinati). E Draghi, probabilmente, lo farebbe durare per diversi mesi, fino a primavera. Se la variante Omicron ha una diffusione come quella prevista da The Guardian, è ipotizzabile un lockdown non solo in Italia ma in tutta Europa già all'inizio del 2022.

Quanti morti in italia per coronavirus

Per ora, dal primo paziente di 78 anni deceduto a Padova nell’ormai lontano 22 febbraio 2020, il numero di morti da Covid in Italia è giunto alla cifra di 135.000.

Quali sono i sintomi del coronavirus

Ma senza i mezzi classici come i tamponi, come ci si accorge di avere il Covid, soprattutto se in forma lieve? I sintomi più comuni sono difficili da distinguere da una normale influenza, in quanto sono tosse, febbre e senso di stanchezza generale (un classico dell’influenza). Ma, tra i più comuni, ci sono anche due sintomi che dovrebbero lanciare un allarme più evidente di altri: la perdita del gusto e dell’olfatto. Molti pazienti positivi, infatti, si sono resi conto della loro condizione solo grazie al fatto che non sentissero più né odori né sapori. 

Altri sintomi molto comuni sono: mal di gola, mal di testa, dolori muscolari, diarrea, rash cutaneo o scolorimento delle dita delle mani o dei piedi, occhi arrossati o irritati. Infine, anche se (quasi) solo nei casi più gravi, il sintomo più caratteristico del virus: la difficoltà respiratoria, condizione che se in forma "pesante" richiede l'intervento di mezzi ospedalieri.

Quanto resiste il coronavirus sulle superfici

Ma quanto bisogna stare attenti, ad esempio nel toccare un oggetto per strada con il rischio che possa essere “contaminato”? Il rapporto dell'Istituto superiore di sanità e la circolare 22 maggio 2020 del ministero della Salute riportano i tempi di rilevazione di particelle virali sulle superfici più comuni, variabili da alcune ore (come ad es. sulla carta) fino a diversi giorni (come sulla plastica e l’acciaio inossidabile). Per quanto non sia impossibile, dunque, è comunque difficile infettarsi toccando una superficie. Resta il fatto, comunque, che il modo migliore per evitare rischi è di portarsi sempre dietro un semplice disinfettante

Perché si chiama coronavirus

I coronavirus sono stati scoperti negli anni Sessanta nelle narici dei malati di comune raffreddore e sono diffusissimi sia tra gli animali sia nell'uomo. Ormai siamo abituati a sentirlo ogni giorno da due anni, ma da dove viene il nome Coronavirus, perché si chiama proprio così? Semplice, questo genere di virus, al microscopio, presenta una caratteristica forma simile alla classica raffigurazione della corona.

Come si attacca il coronavirus

Si può dire che il più potente mezzo del Covid per contagiare altre persone sia il contatto stretto. La via primaria di trasmissione sono le goccioline del respiro (droplets) delle persone infette, ad esempio, tramite: saliva (tossendo e starnutendo), contatti diretti personali (quando parla o respira in prossimità di altre persone) e mani, ad esempio toccando, appunto, con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi.

Quanti giorni di incubazione ha il coronavirus

L’incubazione è il periodo di tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei primi sintomi clinici. A oggi, recenti evidenze fornite dallo European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) sul periodo di incubazione del virus delimitano il periodo tra 2 e 12 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni.

Quanto dura il Covid

Come spiegato prima, i sintomi da Covid sono molto eterogenei. Alcuni di questi possono comparire settimane dopo l'infezione e persistere per mesi, tanto che recentemente è stata definita una specifica condizione clinica relativa alle sequele post-acute dell'infezione da SARS-CoV-2, detta PASC (post-acute sequelae of SARS-CoV-2).

Restano da chiarire ancora molti aspetti sulle sequele a lungo termine del Covid-19, specie sui fattori predisponenti. Uno studio su 177 adulti ha mostrato che 9 mesi dopo l'infezione da SARS-CoV-2, un terzo di loro riportava una particolare stanchezza. L’infezione per i pazienti più gravi può arrivare a durare anche 20 giorni.

Chi ha avuto il Covid può riprenderlo

Numerosi studi hanno confermato che chi ha superato con successo l’infezione da Covid-19 corre un rischio di reinfettarsi decisamente più basso rispetto a chi non ha mai incontrato Sars-Cov-2. Rischio decisamente più basso, non inesistente. Infatti, chi nonostante la malattia alle spalle decide di sottoporsi alla vaccinazione risulta ancor più protetto rispetto a chi la malattia l'ha già fatta.

Da dove viene il Coronavirus

Una domanda che accompagna il Covid fin dal suo arrivo in Italia. Ma da dove viene? La “vera” risposta ancora non c’è. Una cosa che pare certa, però, sembra essere da dove non venga. Gli scienziati sono in grado di ricostruire l’origine dei virus attraverso il confronto del materiale genetico del virus sconosciuto con quello di specie già note. In questo modo è possibile risalire alla sua origine, rappresentata come la radice di un albero, e alla sua evoluzione, rappresentata dai rami. Da qui il termine albero filogenetico. Grazie a questi studi, è stato completamente escluso che il virus sia stato creato in laboratorio

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