"Con la luce ultravioletta in un minuto si eliminano le tracce di Covid": lo studio
La ricerca pubblicata sulla rivista «Materials» frutto di una collaborazione tra i Dipartimenti di Ingegneria dell'Informazione, Ingegneria Industriale e di Medicina Molecolare dell’Università di Padova dimostra come si possano progettare sistemi per l'inattivazione del virus SARS-CoV-2 mediante luce ultravioletta. Saranno utilissimi soprattutto per oggetti di “comunità” come i palloni e altri attrezzi sportivi.
Come sterilizzare senza alcool oggetti di uso quotidiano? Come rendere possibile la ripresa in sicurezza degli sport di squadra? A queste domande ha risposto una recente ricerca dell’Ateneo patavino appena pubblicata sulla rivista «Materials» nella sezione “Optics and Photonics”. Il lavoro, che ha coinvolto i ricercatori dei Dipartimenti di Ingegneria dell'Informazione, Ingegneria Industriale e Medicina Molecolare, illustra la progettazione e validazione di un sistema per l'inattivazione del virus SARS-CoV-2 mediante luce ultravioletta. Questo sistema troverà vasta applicazione nella sterilizzazione di oggetti di uso comunitario (per es. palloni da basket e pallavolo), risultando così funzionale per la riapertura di palazzetti e palestre.
I metodi più diffusi per la sterilizzazione sono basati su agenti chimici (alcool, candeggina) anche se non sono pratici per la disinfezione in profondità di grandi superfici o per una rapida inattivazione dei virus su oggetti di uso quotidiano. Per questo motivo, sono attualmente allo studio strategie non basate su agenti chimici, ma sull'uso della luce ultravioletta. La tecnologia ultravioletta utilizza l’energia dei fotoni per “danneggiare” il Dna di virus e batteri. Ovviamente anche il corpo umano non deve essere esposto alla radiazione perché ciò può causare danni a pelle e occhi ed è per questa ragione che questo il sistema progettato e validato è chiuso e dotato di sistema di sicurezza. Il sistema ha un costo di utilizzo irrisorio, con 1 euro si effettuano più di 5000 sanificazioni, e massima semplicità d’uso perché non richiede ricambio materiali, asciugatura o altre azioni. Ogni ciclo garantisce la sanificazione completa che invece, con altri sistemi chimici, dipende dalla quantità dispensata dall’operatore.
Con l'insorgere dell'emergenza COVID, i ricercatori dei Dipartimenti di Ingegneria dell'Informazione (Laboratorio di Optoelettronica) e Ingegneria Industriale hanno immediatamente cominciato a studiare sorgenti di luce UV progettate specificamente per contrastare il SARS-CoV-2 verificandone l’efficacia nei laboratori del Dipartimento di Medicina Molecolare e proponendo - in collaborazione con un partner aziendale - soluzioni tecniche di realizzazione.
«Il Dipartimento di Ingegneria Industriale - dice Nicola Trivellin, primo autore e Ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale - ha supportato l’azienda produttrice nel processo di ingegnerizzazione, ottimizzando la gestione ottica del sistema per migliorarne l’efficacia ed identificando una metodologia applicabile anche ad altri sistemi di sanificazione.
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