Coronavirus

Covid, palestre: in fumo 2 miliardi di € e oltre 200mila disoccupati nel 2020

Nel 2019 il settore fitness in Europa era in costante crescita ma nel 2020 in Italia, causa coronavirus e restrizioni, il comparto ha subito un crollo

Dai risultati dell'indagine emerge innanzitutto che il panorama delle palestre in Italia è composto per la maggioranza (62%) da piccoli club indipendenti, solo il 18% appartiene a catene e quasi il 3% in franchising. Il restante 20% è formato da piccoli studi di yoga, pilates, ecc.

Quasi la metà dei centri sportivi, pari al 39%, ha una superficie sotto i 500 mq; il 27% ha una dimensione fra i 500 e i 1.000 metri quadrati, mentre sono in minoranza i club fra i 1.000 e i 2.000 metri quadrati (16%) e quelli oltre i 2.000 metri quadrati (18%).

Un settore consolidato nel tempo: il 62% dichiara di aver aperto il club più di 10 anni fa, il 23% tra 5 e 10 anni fa. Tra 2 e 5 anni il 12,4 e i più giovani (tra 1 e 2 anni) solo il 3,4%.

Rispetto alla componente economica, prendendo come riferimento il 2019, oltre il 50% dei club ha stimato un mancato incasso di oltre il 70%, considerando che le chiusure hanno seguito periodi differenti nelle varie regioni d'Italia. Il settore si stima abbia perso sul fatturato annuale, una cifra che potrebbe aggirarsi attorno ai 2 miliardi di incassi. 

Inoltre, il 21% dichiara che sta accumulando debiti relativi ai pagamenti delle utenze e il 75%, nonostante la chiusura sta pagando gli affitti/locazioni degli spazi per le strutture.

Quasi l'87% delle palestre ritiene che le misure adottate finora non siano sufficienti a sostenere il settore, suggerendo tra i provvedimenti principali forme di finanziamento a fondo perduto (78%), la sospensione di incombenze fiscali e bollette (66%), e l'emanazione di provvedimenti urgenti per il settore (il 58%). Il 20% dichiara di non aver ricevuto ristori/contributi dallo Stato.

Se la situazione è difficile per tutti, la capacità economica di poter resistere è differente: il 14,7% dichiara di avere autonomia per 1 mese. In 2 mesi il 31% ritiene di non avere le forze economiche per superare la crisi. Il 48% dei Club potrebbe non farcela in 3 mesi. Al quarto mese di stop, il rischio è quello che oltre l'54% dei Club non sopravviva. Solo il 6,5% dei club potrebbe avere le risorse economiche per resistere a cinque mesi di chiusura, ma soprattutto regna l'incertezza: quasi il 40% dichiara di non sapere quanto può resistere ancora.