Coronavirus
Vaccini, nell’intesa Ue nessun divieto: perché Berlino non ha violato il patto
L'accordo bilaterale tedesco con Pfizer-Biontech non mette in discussione il meccanismo comune gestito dalla Commissione
Dopo l’acquisto extra di 30 milioni di dosi del vaccino Pfizer-Biontech da parte della Germania, la Commissione europea è corsa ai ripari annunciando l’acquisto di altri 100 milioni di fiale. L’accusa contro Berlino è quella di aver violato la solidarietà europea, rompendo il patto fra gli stati membri ma come spiega il Corriere della Sera, le dosi extra acquistate dai tedeschi non mettono in discussione il meccanismo comune gestito dalla Commissione.
Ma soprattutto perché, come ha ricordato una portavoce del ministero della Salute, nell’intesa europea “sono state permesse anche distribuzioni nazionali” e inoltre “l’intesa prevede che abbiano priorità le distribuzioni che derivano dai contratti europei”. A confermarlo è la stessa Commissione europea che ha spiegato che nella distribuzione “sono possibili aggiustamenti tra gli Stati membri in base alle loro necessità e richieste” dal momento che alcuni di loro, come la Germania, potrebbero essere interessati ad avere un maggior numero di dosi.
Dietro la decisione del governo federale di Angela Merkel di fare un acquisto extra di vaccini, c’è la preoccupazione di non riuscire a controllare la curva delle infezioni nel breve periodo e secondo i dirigenti di Berlino, questo non sarebbe possibile in base agli accordi conclusi dall’Unione Europea.
La Commissione comunque, poteva ordinare più dosi di vaccini (già disponibili) ma secondo il quotidiano tedesco der Spiegel avrebbe preferito “aspettare” il vaccino della francese Sanofi, che ai primi di dicembre ha fatto sapere di essere in ritardo con lo sviluppo e la sperimentazione, per salvaguardarne la quota, pari al 20% del totale delle dosi opzionate dall’Ue.