Coronavirus

Virus, rivolta del Cts contro il capo. "Locatelli prende le decisioni da solo"

La frustrazione degli scienziati dopo il pasticcio del governo sulla Dad nelle scuole: "Il nostro parere non è stato preso in considerazione"

Virus, rivolta del Cts: "Locatelli decide da solo con Draghi"

Sembra lontana l'epoca della centralità del Cts per qualsiasi decisione in tema di pandemia da Coronavirus da parte del governo. Prima di ogni singola scelta durante il mandato di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi serviva il parere degli esperti e senza il loro ok non veniva preso nessun provvedimento. Ma con Draghi le cose - si legge sulla Stampa - sono radicalmente cambiate. Dalle confidenze raccolte dopo il pasticcio delle circolari (ricordiamo: la seconda che in meno di ventiquattr’ore smentisce la prima e conferma che non basterà un solo caso positivo per portare tutti, studenti e insegnanti, in Dad) è possibile ricostruire il senso di frustrazione del Cts.

Nelle ultime ore - prosegue la Stampa - la tensione è salita e tra gli sfoghi ci sarebbero state anche voci, non confermate, di possibili dimissioni tra i membri del Cts. Spesso, ormai, il premier si confronta solo con il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli. Il resto degli scienziati si sente bypassato, si riunisce su aspetti considerati più marginali o viene chiamato a esprimersi sempre meno, anche sul monitoraggio settimanale dei contagi. Avrebbe dovuto essere Locatelli, sostengono le fonti contattate, a difendere la scelta dei colleghi sulle quarantene, a spiegare perché era necessario, visto l’aumento dei contagi, essere pronti in via prudenziale a una stretta maggiore sulla scuola, ma invece Locatelli ha sposato la linea di Draghi.

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