Costume
"Aria condizionata sessista? No, è questione d'abbigliamento". IL CASO
Nessuna nuova guerra tra i sessi: la diversa percezione della temperatura prodotta dall'aria condizionata e' soltanto una questione di abbigliamento. L'Aicarr, Associazione italiana condizionamento dell'aria riscaldamento e refrigerazione, con il suo presidente Livio De Santoli, boccia i risultati di una recente ricerca: "L'aria condizionata sarebbe di matrice sessista, regolata piu' sulle esigenze degli uomini che non delle donne? Non diciamo stupidaggini, molto probabilmente i ricercatori dell'Universita' di Maastricht, autori della ricerca hanno preso un colpo di sole...". L'ateneo olandese ha sottoposto 16 donne a esperimenti di laboratorio per giungere alla conclusione che, a causa del fatto che il metabolismo delle donne e' piu' basso, la temperatura in ambiente determinata dagli impianti di condizionamento dell'aria nella stagione estiva privilegerebbe gli uomini.
"Niente paura- sostiene invece De Santoli - almeno in questo caso il maschilismo non c'entra. Infatti, per quanto il metabolismo femminile sia inferiore a quello maschile, i risultati della ricerca non tengono conto della vera causa della differenza nella percezione termica tra uomini e donne: l'abbigliamento. Aicarr - conclude De Santoli - contesta con forza i risultati della ricerca, perche' non scientificamente corretti. Cosa che d'altra parte anche Ashrae, l'associazione statunitense del condizionamento dell'aria, ha fatto in questi giorni. Gli studi del settore non possono essere ridotti a semplici boutade estive. Gia' nel 2011 Aicarr aveva sottolineata l'importanza di una corretta valutazione dell'abbigliamento nella definizione delle condizione e delle strategie di regolazione degli impianti".