Costume
Coronavirus, la salute mentale durante la pandemia
Di Lucrezia Lerro
Da moltissimi giorni mi domando come sia possibile che l’attenzione alla condizione psichica della gente da parte dell’opinione pubblica, in un momento così sfortunato per ognuno, non sia altissima. Per i media dovrebbe essere un tema all’ordine del giorno: la cura e la prevenzione della salute mentale. Lo è? In che misura? Salute mentale, prevenzione della salute mentale: ascolto raramente queste parole da chi va in tv a fare il punto della situazione sull’emergenza Covid in Italia e nel mondo. Forse l’opinione pubblica, che tanto spazio ha sui giornali e in televisione, potrebbe sottolineare l’importanza di ‘accudire’ i pensieri, e non solo il corpo delle persone esposte al rischio di contagio, per non parlare di chi è stato vittima e di tutte le dolorose conseguenze sui familiari. Lungi da me giudicare, anzi, vorrei comprendere in che modo mettere al centro del dibattito la cura e la prevenzione della salute mentale della gente, dal Sud al Nord del mondo.
Il problema c’è, e dovremmo occuparci dello stato psicologico di tutti, dai bambini agli anziani. Il corpo non è staccato dalla mente, siamo un tutt’uno. Sembra scontato, ma a quanto pare vale la pena di ricordarlo, vista la scarsa presenza di queste parole nei discorsi scritti e detti. Se è vero che abbiamo subito un trauma per via del Covid, non si può negare che i materiali psichici non elaborati, e di conseguenza non trattati, possano essere esplosivi senza l’adeguato aiuto di chi ne ha le competenze: psicoanalisti, psicoterapeuti, psichiatri. A loro bisogna affidarsi oggi più che mai per affrontare gli effetti di un disastro non solo economico, ma anche emotivo e che coinvolge molte persone, soprattutto chi era già fragile di suo.
Ansia, paura, immobilità, autolesionismo, fantasie, paranoia, tutti questi stati mentali hanno necessità di trovare un contenitore. Di essere ascoltati e non solo, per potersi liberare. Bisogna dare la possibilità alle persone di continuare a percorrere le strade in sicurezza. Il dolore ha molte sfumature, urla, è un parassita. Abbiamo il dovere di trasformarlo, di impedirgli che paralizzi e mandi in frantumi le nostre vite.