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Costume
Farah Diba, l’ex imperatrice di Persia torna a Roma. Per la prima volta in Rai

di Andrea Cianferoni

Sarà una visita lampo a Roma quella dell’ex imperatrice di Persia, Farah Diba Pahlavi, vedova dello Scià Reza Pahlavi, da molti anni residente nella capitale francese. Ragioni di sicurezza, ma anche di discrezione, imporranno una rigida e ristretta scaletta di appuntamenti in appena 24 ore di soggiorno romano. L’arrivo è previsto nella mattinata di mercoledì 26 settembre all’aeroporto di Fiumicino, sistemazione top secret in un hotel romano, ed il trasferimento nel pomeriggio negli studi Rai per la registrazione - la prima mai fatta in una televisione italiana – alla trasmissione Porta a Porta ospite di Bruno Vespa, in occasione degli ottanta anni dell’ex sovrana, che festeggerà solo pochi giorni dopo, essendo nata il 14 ottobre 1938. Il ricevimento che si svolgerà dopo la registrazione di Porta a Porta conterà pochi e selezionati ospiti, tra aristocratici e imprenditori, non più di 50 persone. Tra di essi il conduttore di Porta a Porta Bruno Vespa, l’onorevole e critico d’arte Vittorio Sgarbi, la direttrice della Galleria Borghese Anna Coliva accompagnata dal marito Luigi Ficacci, l’imprenditore Walter Mainetti con la moglie Paola, i principi romani Scipione e Barbara Borghese, Elettra Marconi accompagnata dal figlio Guglielmo Giovanelli e la moglie Vittoria, Giacinta Ruspoli, Gelasio Gaetani Lovatelli con Lucrezia Lante della Rovere, Lelio Orsini, Oddone Colonna di Paliano, l’industriale lucchese Pietro Meschi, la giornalista Rai Marina Como, l’avvocato penalista Michele Gentiloni Silverj, il conte piacentino Orazio Zanardi Landi, lo storico araldista Domenico Savini, il ginecologo partenopeo Generoso Di Meo. Alcuni ospiti provenienti da fuori Roma e che alloggiano al Rome Cavalieri Waldorf Astoria Resort, suggestivo hotel della capitale che accoglie al suo interno una delle più ricche collezioni d’arte private in Europa ed il ristorante stellato “La Pergola” di Heinz Beck - con le novità culinarie del nuovo pastry chef Dario Nuti - si sposteranno a palazzo Ferrajoli per il dinner placée preparato dal catering Ambrosini di Roma. Il menù, tutto italiano, prevede di mozzarelline di bufala con gazpacho di pomodorini e basilico, trofiette trafilate al bronzo con spigola, filetto di rombo e torta ai frutti di bosco, accompagnato dai vini friulani Villa Rubini e dalle grappe piemontesi Antica Distilleria d’Altavilla.  Ad accogliere la vedova dello Scià a palazzo Ferrajoli, oltre al padrone di casa, marchese Giuseppe Ferrajoli, che nell’occasione non invita ma ha messo a disposizione il piano nobile, ci sarà l’artefice della visita in Italia, Mariofilippo Brambilla di Carpiano, imprenditore milanese esperto di storia dell’Iran – Paese nel quale ha vissuto – e che da molti anni vanta una profonda amicizia con il Granduca Georgij Romanov, riconosciuto dai monarchici russi, e dallo stesso presidente Vladimir Putin, erede della storica casata imperiale, che per motivi familiari non potrà essere presente. Confermata invece la partecipazione straordinaria di Peppino di Capri, che canterà alcuni dei suoi brani più famosi. Un omaggio che il cantautore vuole fare all’ex sovrana, memore dopo più di 40 anni del concerto privato che ebbe modo di fare alla presenza della famiglia imperiale persiana.

LA STORIA DI FARAH DIBA PAHLAVI

Farah Diba è stata per oltre vent'anni, dalla data delle nozze nel 1959 al 1980, la terza moglie dello Scià dell'Iran, Mohammad Reza Pahlavi. Nel 1967 fu consacrata Shabanou, ossia imperatrice, con una fastosa cerimonia trasmessa in mondovisione. La Shabanou indossava una corona tempestata di pietre preziose, un lungo mantello ricamato di perle, rubini, smeraldi, zaffiri. Accanto a lei il giovane erede, Ciro Pahlavi, di appena 7 anni. A seguito della rivoluzione islamica avvenuta nel 1979 ad opera degli Ayatollah la monarchia, che durava da ben 2500 anni, è stata destituita e Farah Diba ha seguito il marito in esilio negli Stati Uniti, per ricevere delle cure mediche, quindi in Egitto, dove morì nel 1980. Dopo alcuni anni vissuti negli Usa, l’ex sovrana si è stabilita in pianta stabile a Parigi, dove vive attualmente e riceve gli esuli iraniani che ancora oggi la incoraggiano e la sostengono come legittima Imperatrice, madre dell'erede al trono dell'Iran, il principe ereditario Reza Ciro Pahlavi. Farah Diba continua a portare avanti le sue attività benefiche e umanitarie, come ha sempre fatto anche in Iran, nella speranza che un giorno il suo Paese possa liberarsi dal dominio dell'integralismo islamico e la sua famiglia possa rientrare in Iran. Intanto, dall’esilio americano, Reza Ciro Pahlavi si affida ai più moderni strumenti di comunicazione quali Twitter, per ammonire gli attuali governanti iraniani. «Il popolo iraniano è alle prese con un movimento storico che vuole riprendersi l’Iran da un regime occupante anti-iraniano, incredibilmente oppressivo e corrotto. Ai media così silenziosi: la lotta del popolo iraniano merita la vostra attenzione; cambierà il mondo. #WeWillReclaimIran».  In tanti, da tutto il mondo, grazie ai social, rispondendo ai suoi post, sognano un Iran che non c’è più, «orgoglio di un antico impero di 2.500 anni, esportatore di cultura». La grande maggioranza degli attuali iraniani sono nati dopo il 1979, non hanno mai visto ne un trono ne una corona, ma qualcuno si affida ai racconti delle madri o delle nonne che all’epoca dello Scià potevano liberamente camminare per strada senza veli.

 

 

 

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