Icone d'impresa, un libro racconta gli oggetti simbolo dell'industria italiana
Dalle prime schedine Sisal alle scatole di pasta Barilla: tutte le Icone d'impresa raccolte in un libro che è un racconto per oggetti dell'industria italiana
Tutte le "Icone d'impresa", dalle schedine Sisal alle scatole di pasta Barilla
Dalle prime schedine Sisal del Totocalcio nel 1946 alle scatole di pasta Barilla blu e gialle nel 1956, dalla prima macchina da caffè con marchio Rancilio nel 1927 alle poltrone di Gio Ponti con il velluto punteggiato realizzato da Rubelli nel 1934. Sono alcune delle protagoniste del volume “Icone d'impresa” di Francesca Molteni, Carocci Editore, frutto di una ricerca nata grazie ai curatori dei musei aziendali associati a Museimpresa, l’Associazione che si propone di promuovere la politica culturale d’impresa con l’obiettivo ambizioso di contribuire a far emergere il racconto dell’evoluzione economica, sociale e culturale del nostro Paese.
Le icone d'impresa raccontano l'industria italiana
Il libro contiene un affascinante percorso lungo tutta la storia italiana che narra l’ideazione, la tecnologia, la fantasia e il design degli oggetti che hanno fatto la storia dell’industria Made in Italy. Attraverso gli oggetti custoditi all’interno dei musei d’impresa italiani l'autrice racconta il passato e l’evoluzione di civiltà e culture, tesori nascosti, oggetti che utilizziamo tutti i giorni. Gli oggetti figli del Made in Italy si raccontano con una caratteristica comune in un unico testo: essere simboli dell’industria e raccontare una storia d’impresa delle sue maestranze e dei suoi imprenditori.
Un libro che suscita l'orgoglio per la nostra industria
“Credo che oggi l’automobile sia l’equivalente abbastanza esatto delle grandi cattedrali gotiche: voglio dire una grande creazione d’epoca, concepita appassionatamente da artisti ignoti, consumata nella sua immagine, se non nel suo uso, da tutto un popolo che si appropria con essa di un oggetto perfettamente magico” scriveva Roland Barthes nel libro Mythologies a proposito della nuova Citroën. “Quasi sessant’anni dopo, le grandi creazioni della nostra epoca prendono la parola. Non sono cattedrali, ma oggetti, icone d’impresa. Quelle che hanno fatto la storia di un Paese, plasmato l’immaginario di una nazione, segnato un progresso tecnologico o accompagnato una storia d’amore. Non sono cimeli, si comprano ancora, e funzionano” scrive Francesca Molteni nella prefazione. Un libro che riesce a centrare l'obiettivo dichiarato dal presidente Museimpresa Alberto Meomartini: “suscitare, attraverso la curiosità e l'informazione, la consapevolezza del valore delle nostre imprese e l'orgoglio per la nostra cultura industriale”.