Costume

La filiera del wedding in ginocchio. Martedì protesta davanti al Parlamento

Eduardo Cagnazzi

Promotrice l'Associazione italiana della bomboniera, regalo, confetti e weddding. In piazza anche giovani spose in abito bianco costrette a rinviare le nozze

E’ finita prima del tempo la stagione dei matrimoni in Italia. Anzi, non è mai cominciata, visto che il suo momento migliore -da marzo a giugno- ha fatto i conti con l’emergenza sanitaria. I numeri parlano chiaro: oltre 50mila matrimoni cancellati in tutta Italia, un intero settore e la sua filiera in ginocchio. E’ per questo che ci saranno anche le spose, costrette a rinviare i loro matrimoni, martedì 7 luglio, a manifestare davanti la sede del Parlamento in piazza Monte Citorio a Roma. L’Airb, associazione italiana bomboniera, regalo, confetti e wedding, ha chiamato a raccolta gli operatori dell’intero settore per manifestare contro i ritardi del Governo negli aiuti economici promessi, e mai concessi, della manovra Rilancio Italia.  

Saranno “solo” 100 in piazza, in rappresentanza delle quasi 500mila persone che lavorano nel settore, per evidenziare l’impossibilità di andare avanti senza gli aiuti programmati e soprattutto il fondo perduto di sostentamento per le aziende, negozi e lavoratori autonomi costretti a non lavorare per il lockdown. L’esigua presenza del picchetto di manifestanti, imposta dal regolamento e dalle autorizzazioni delle forze dell’ordine, non impedirà però agli operatori del settore wedding, che fattura circa 36 miliardi di euro annui, di rappresentare le loro istanze.

Tra i presenti anche dieci giovani spose, in abito bianco, che chiederanno di poter effettuare matrimoni tradizionali e non secondo le inflessibili regole delle singole Curie territoriali che hanno interpretato, nella maniera più rigida possibile, il protocollo anti Covid 19 definito tra Cei e Governo. Le difficili applicazioni del rito religioso del matrimonio hanno così prodotto lo slittamento al 2021 degli oltre 220mila matrimoni annui, comportando disagi e soprattutto perdita di fatturato per il comparto.

Le richieste degli associati Airb sono poche, ma ben definite e riguardano esclusivamente quanto già promesso a suo tempo dal Governo Conte: essere esonerati dai costi di affitto commerciale, ricevere l’annullamento delle utenze di consumo, recuperare le spese per le procedure dei protocolli sanitari, il tutto con il previsto rimborso del credito d’imposta e, non ultimo, la copertura a fondo perduto di quanto non fatturato nel periodo 2020 rispetto all’anno precedente. Insomma solo quanto promesso dal Governo e mai attuato.

Al fianco dei protestanti anche partiti politici e parlamentari. A sostenere le richieste dell’associazione, che pendono alla Commissione Bilancio da oltre due mesi, ci saranno anche gli onorevoli Antonio Tasso (Gruppo Misto), promotore degli emendamenti e Alessandro Amitrano (5 Stelle). Dopo la manifestazione, prevista in mattinata, una delegazione dell’Airb sarà ricevuta in Parlamento proprio dai due parlamentari, mentre un flashmob in piazza di Spagna e poi a Fontana di Trevi vedrà protagoniste le spose.