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Cronache
Adinolfi e la “locura” di Francesco. “Coerente nella lotta alla lobby woke"
Papa Francesco e Mario Adinolfi

Adinolfi e la “locura” di Francesco. “Il Papa è coerente nella lotta alla lobby woke”

“Per dieci anni in tv mi hanno raccontato come il cattolico omofobo ‘ratzingeriano’, marginalizzato nella Chiesa progressista di Francesco. Adesso, per i vari Gramellini, Scanzi e Cecchi Paone anche Francesco sarebbe omofobo”. Mario Adinolfi è scatenato. Il presente del Popolo della Famiglia – impegnato con simbolo e candidati nella lista Libertà di Cateno De Luca alle Europee - commenta ad Affaritaliani.it l’uscita di Papa Bergoglio sui seminaristi gay.

La “locura” di Papa Francesco

“Nelle parole del Papa sugli omosessuali non c’è nulla di sorprendente”. Adinolfi per commentarle cita Boris, la nota serie tv che ha sdoganato proprio il termine “frociaggine”, usato dal Pontefice. “Il Papa ha parlato a porte chiuse, ed ha detto la verità. In quel monologo di Boris si parlava di “Un Paese di musichette mentre fuori c’è la morte”. Una situazione di ambiguità che vale anche per la Chiesa, rappresentata dall’impossibilità di essere netti con l’affermazione della verità, preferendo la strada delle ambiguità. Una locura, la pazzia di Francesco, è voler chiamare le cose per nome ed essere ormai estremamente chiaro. Come un altro Francesco, il pazzerello di Assisi, ha innovato la cultura cattolica essendo così legato alla verità da sembrare pazzo”.

Il “chi sono io per giudicare” di Francesco va ascoltato per intero

Per Adinolfi le parole rivolte a porte chiuse ai vescovi non rappresentano una contraddizione del pontificato di Francesco e le precedenti dichiarazioni sugli omosessuali e la Chiesa. “Da anni in tutti i dibattiti televisivi chiedevo di ascoltare il minuto intero della dichiarazione papale, non evirare solo i dieci secondi per strumentalizzarli. Già allora il Papa evidenziava la sua contrarietà alla ‘lobby gay’ presente in Vaticano. Nel 2016 ribadiva il no già espresso da Ratzinger sull’ordinazione di sacerdoti ‘con tendenze omosessuali’. Per non stupirsi bastava leggere i documenti di tutto il Pontificato di Francesco. O, quantomeno, il minuto intero di dichiarazione tanto sventolata dai progressisti da salotto”.

Il Papa non è omofobo ma coerente con la dottrina della Chiesa

Un’uscita omofoba di Francesco? Al contrario, secondo Adinolfi. “Evidentemente no. È in piena coerenza con migliaia di articoli del catechismo dove la Chiesa indica ciò che è bene e ciò che è male. Non c’è fobia del peccatore, che anzi viene accolto. La pastorale di Francesco è fate entrare tutti. Questo però non vuol dire cambiare il piano dottrinale. Anche io sono divorziato, ma non è che posso entrare in chiesa con la bandiera viva il divorzio”.

In passato Francesco ha usato anche parole più forti

“La locura di Francesco” secondo Adinfoli “è usare le parole con inusitata nettezza, con piglio argentino e rasoiata gesuitica. Ho sintetizzato dichiarazioni che hanno attraversato tutto il pontificato. “L’aborto è come assoldare un sicario”. L’ideologia gender? “È il pericolo maggiore, somiglia al metodo con cui veniva formata la gioventù hitleriana”. Ci saranno donne prete o diacono? “No”. Sarà abolito il celibato ecclesiastico? “Non lo farò io”. Si possono benedire le coppie gay? “Si benedicono le persone, non l’unione, il matrimonio e la famiglia nascono da uomo e donna”. L’eutanasia e il suicidio assistito? “Sono pratiche da rifiutare, figlie della cultura dello scarto”. E l’utero in affitto? “È moderno schiavismo”. Chi voleva, poteva ascoltare prima” prosegue Adinolfi.

Il conformismo woke vuole estromettere i cattolici dalla politica

Perché allora le parole del Papa hanno creato tanta reazione? Secondo Adinofi “si vuole usare il Papa contro la Chiesa. La linea può essere solo quella del conformismo woke. Papa Francesco è stato usato per arrivare a questo traguardo, per delegittimare i principi non negoziabili dei cattolici. Non a caso qualche giorno fa in un altro dei principali quotidiani italiani, la Stampa, il direttore firmava un editoriale affermando che su “aborto, eutanasia e orientamento sessuale” non doveva essere consentito il dibattito politico. Papa Francesco è stato usato per delegittimare i principi non negoziabili dei cattolici”.

Adinolfi contro le incoerenze dei progressisti woke sui Pontefici

“Credo che Bergoglio lo abbia ben capito e in questa fase del suo pontificato si stia prendendo la libertà” prosegue Adinolfi. “Ho sempre ribadito che il papato di Bergoglio era in assoluta continuità con quello di Ratzinger e Wojtyla, che le differenze di carattere pastorale non modificavano nulla sul piano dottrinale. Oggi Gramellini esalta Ratzinger “ballerino classico” per contrapporlo a Bergoglio “lottatore di wrestling”. La contraddizione spiega la finalità: prima lo sviolinavano, ora è diventato Bombolo. Il motivo è la questione: non si può mai toccare la lobby arcobaleno, che appena sfiorata non dà in escandescenza. Se Vannacci non avesse parlato di omosessuali, avrebbe venduto tre copie” conclude Adinolfi.

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