Cronache
Amatrice, a un anno dal terremoto nessun monitoraggio. Chiesa vs il governo
I GEOLOGI: "AMATRICE? A UN ANNO DAL TERREMOTO NESSUNA AZIONE DI MONITORAGGIO E PREVENZIONE"
“Ad un anno dal terremoto i geomorfologi italiani sono preoccupati! Nessuna azione di monitoraggio in continuo e nessuna misura di Prevenzione contro i rischi geologici futuri è stata messa in atto”. E’ forte la denuncia di Gilberto Pambianchi, Presidente Nazionale dei Geomorfologi Italiani e docente dell’Università di Camerino, ad un anno dal sisma che ha colpito Amatrice e non solo, con ben 290 morti.
“Di morti, in Italia, negli ultimi 110 anni ne abbiamo avuti più di 110.000. Un numero pesante di perdite di vite umane. Due sono i punti fondamentali che suggeriamo: prevenzione e sicurezza del territorio - e - rilancio economico attraverso il turismo paesaggistico. La sicurezza del territorio dell'Italia centrale - ha proseguitoPambianchi - deve passare attraverso misure di Prevenzione che prevedono ad esempio il monitoraggio dei versanti e dei fondovalle. Nei versanti assistiamo alla riattivazione di numerose grandi frane, in roccia e nei detriti e molte di queste interessano strade principali. Non sappiamo se altre frane possano essere riattivate considerato anche il fatto che gli ultimi mesi estremamente siccitosi stanno per ora limitando questo rischio. Anche il regime idrologico di corsi d’acqua e sorgenti risulta modificato e le conseguenze future di questi cambiamenti (che sono ancora in atto) sono ancora da valutare. Se non si dà la sicurezza, si rischiano vite oltre al danno economico legato al turista che non torna. Anche la cartografia Geomorfologica, oltre al monitoraggio è fondamentale. La cartografia serve anche ad evidenziare le eccellenze scientifiche e didattico/divulgative del paesaggio, e attraverso il paesaggio dei Monti Sibillini che è unico nella sua specie, ed emblematico dell'Appennino italiano, a rilanciare la montagna e i suoi valori”.
Per un serio rilancio dell’Italia Centrale colpita dal sisma realizzare l’Atlante del Paesaggio
“I geomorfologi italiani suggeriscono per un serio rilancio del territorio dell'Italia centrale colpito dal sisma, un progetto tra il Ministero dell'Università (MIUR) e il Ministero dei Beni Culturali (MIBACT) per la realizzazione di un Atlante del Paesaggio che vada verso l’attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio. Solo così Scienza – ha concluso Pambianchi - Economia e Società si incontreranno per una seria consapevolezza del valore inestimabile del nostro paesaggio. Lavoreranno per anni giovani laureati in numerose discipline scientifiche e umanistiche”.
Terremoto: vescovo, rinviare non paga, ricostruzione sia vera
"La ricostruzione sara' vera o falsa. E' falsa quando procediamo alla giornata, senza sapere dove andare. Mi chiedo: siamo forse in attesa che l'oblio scenda sulla nostra generazione per lasciare ai nostri figli il compito di cavarsela, magari altrove? Rinviare non paga mai. Neanche in politica, perche' il tempo e' una variabile decisiva. La ricostruzione - al contrario - e' vera quando evita frasi fatte ("Ricostruiremo com'era, dov'era") e chiarisce che ricostruire e' possibile. Ma non l'identico, bensi' l'autentico. L'identita' di un borgo storico e' sempre dinamica e la storia non torna mai indietro". Lo ha detto il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, nell'omelia della messa celebrata ad Amatrice, in occasione del primo avviersario del terremoto nel Centro Italia. "Ricostruire - ha aggiunto il vescovo - vuol dire sempre andare avanti. Anche Amatrice allora rinascera'. Ma e' bene che conservi perfino le ferite, perche' da quelle le future generazioni apprenderanno che la citta', piu' che dalle sue mura e dalle sue vie, e' fatta dall'ingegno e dalla passione di chi la edifica". "Per rinascere, pero' - ha avvertito monsignor Pompili - non basteranno eroi solitari. Anzi, a dirla tutta, una comunita' senza eroi e' una comunita' eroica. E' la fuga dalla propria quota di impegno, infatti, che lascia le macerie dove sono; impedisce di ritornare; abbandona i piu'. Qui non si tratta di attribuire colpe a qualcuno o distribuire medaglie a qualcun altro, ma di fare quello che ci spetta". "Non basta nascere - ha concluso il prelato - bisogna imparare a rinascere. Questa e' la fede. Ma anche la ricostruzione che verra', se verra'".