Bari, allarme violenza a scuola. 15 bambini picchiati all'asilo
Allarme violenze a scuola. A Bari il caso di 15 bambini dell’asilo picchiati violentemente: i genitori si costituiscono parte civile
Le violenze sui bambini da parte di chi dovrebbe proteggerli sono diventate troppo frequenti. Il numero di insegnanti che viene indagato per abuso dei mezzi di correzione o maltrattamenti è limitatissimo, ma nelle cronache si affastellano i casi di questo tipo. L’Osservatorio dei Diritti dei Minori ha chiesto interventi incisivi da parte del Ministero. È necessario che i lavoratori vengano costantemente monitorati: il decreto legge 81/2008 impone che i datore di lavoro attui un piano per prevenire lo stress da lavoro correlato.
Molte insegnanti si ammalano, altre, forse, non sono semplicemente all’altezza di stare a contatto con dei bambini. Allora, dopo che scoppiano gli scandali giudiziari, ci si chiede come siano finite lì persone con comportamenti così violenti, a fare un lavoro delicato e difficile. L’ennesima storia assurda di maltrattamenti su quindici bambini della scuola materna arriva da Bari. Il caso è scoppiato un anno fa: le due maestre sono state sospese dal servizio e una di loro ha subito gli arresti domiciliari. Anche in questo caso i genitori, uniti attraverso alcune associazioni contro le violenze sui minori, si sono costituiti parte civile. Natalina Stufano e Corona Luigia sono finite in un mare di guai: agli atti del processo c’è anche una lettera inviata dalle imputate in cui spiegavano che avevano applicato il «metodo della punizione» ad alcuni bambini ritenuti prepotenti ed esuberanti.
La costituzione di parte civile era già stata ammessa. Il gup, Anna De Palo, ha accolto la richiesta formulata dalla legale di alcune famiglie dei bambini, Maria Greco, e rinviato per la citazione del responsabile civile. In udienza si è costituito il Miur, che potrebbe rispondere per i reati di cui sono accusate le maestre. I difensori delle due imputate hanno chiesto il giudizio abbreviato. Anche se le insegnanti hanno sempre negato di aver avuto comportamenti violenti, l’accusa parla chiaro, anche attraverso i filmati.
Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla pm Simona Filoni hanno portato a ben altre conclusioni: «schiaffi, calci, colpi sferrati su tutto il corpo, trascinamenti sul pavimento, colpi dietro la nuca, terribili vessazioni, torture psicologiche, urla, minacce e ingiurie». I maltrattamenti duravano per tutto l’arco della giornata. I video girati tra il 31 marzo e il 29 aprile 2016, con le telecamere nascoste dai carabinieri in classe, parlano chiaro. Scene rivoltanti.
Botte da orbi e bambini che finivano con la faccia sul pavimento rischiando di farsi molto male. Ci sono tanti episodi che ripugnano alla coscienza collettiva, come quello in cui un’insegnante «spinge così forte una bimba facendola sbattere di peso contro un banchetto, per poi rimbalzare all'indietro, perdere l'equilibrio e cadere in avanti, a pancia in giù, finendo rovinosamente con tutto il corpo e la faccia sul pavimento, rimanendo esanime per alcuni minuti, senza emettere gemiti o suoni di alcun tipo, mentre la donna continuava a girare per l'aula proseguendo nelle sue attività, ignorando le condizioni della piccola e facendola ignorare anche agli altri bambini. Questa vicenda rientra nei casi di «violenza assistita»: i bambini che in quel momento non subivano violenze fisiche, comunque erano sottoposti alla violenza psicologica di assistere a tali brutali episodi. Il 18 settembre proseguirà il processo con la requisitoria: anche per queste maestre è arrivata la resa dei conti. I genitori sono agguerritissimi.