Bergoglio: "Il mio prossimo è anche il migrante che vogliono cacciare"
"Alla fine saremo giudicati sulle opere di misericordia". Papa Francesco ha voluto ricordarlo ai fedeli di piazza San Pietro, prima della preghiera dell'Angelus, commentando la parabola "semplice e stimolante del Buon Samaritano". E lo ha fatto citando la celebre canzone di Mina (con Alberto Lupo) "Parole, parole, parole". "Solo parole che si porta via il vento", ha detto per distinguere le opere di misericordia da una solidarieta' solo affermata con le parole. "Anche noi - ha sottolieato - possiamo porci questa domanda: chi e' il mio prossimo? Chi devo amare come me stesso? I miei parenti? I miei amici? I miei connazionali? Quelli della mia stessa religione?".
Francesco ha spiegato che Gesu' ci cambia la prospettiva: "non devo catalogare gli altri per decidere chi e' mio prossimo e chi non lo e'. Dipende da me essere o non essere prossimo della persona che incontro e che ha bisogno di aiuto, anche se estranea o magari ostile. E Gesu' raccomanda: 'Va' e anche tu fa' cosi''. E lo ripete a ciascuno di noi: "Va' e anche tu fa' cosi'", fatti prossimo del fratello e della sorella che vedi in difficolta'. Il Vangelo, ha ricordato, "indica uno stile di vita, il cui baricentro non siamo noi stessi, ma gli altri, con le loro difficolta', che incontriamo sul nostro cammino e che ci interpellano. E quando gli altri non ci interpellano qualcosa in quel cuore non funziona, qualcosa in quel cuore non e' cristiano".