Bertolucci rivoluzionario col posteriore degli altri? Polemica Libero-critici
"BERTOLUCCI RIVOLUZIONARIO COL POSTERIORE DEGLI ALTRI". POLEMICA SUL TITOLO DI LIBERO. GERVASINI: "ULTIMO TANGO FILM PIU' VISTO DI SEMPRE"
"BERTOLUCCI RIVOLUZIONARIO COL POSTERIORE DEGLI ALTRI". POLEMICA SUL TITOLO DI LIBERO
"Bertolucci, il rivoluzionario con il posteriore degli altri". Questo il titolo con il quale Libero Quotidiano ha commentato la morte del grande regista italiano Bernardo Bertolucci, autore tra gli altri di film come "Ultimo tango a Parigi", "Novecento", "Il té nel deserto", "L'ultimo imperatore" e "The Dreamers". "A 77 anni muore il maestro che ignorò il pubblico per piacere i potenti", recita il sottotitolo di Libero. "Odiava le donne, lascia il tarlo di un atroce dubbio".
GERVASINI: "MA QUALE PUBBLICO IGNORATO, ULTIMO TANGO A PARIGI FILM PIU' VISTO DI SEMPRE"
Un articolo, quello di Libero, che sta suscitando qualche reazione. In particolare quella del celebre critico cinemtatografico Mauro Gervasini, che su Twitter scrive sopra lo screen shot del titolo dell'articolo: "Questo su un quotidiano nazionale. Non pensiate sia incredibile perché la merda in questo paese è prassi, la feccia governa, mistificazione e ignoranza dominano. Ultimo tango a Parigi è il film del regista italiano che ha ignorato meno il pubblico, essendo il più visto di sempre".
Gervasini, in un ulteriore tweet, fornisce anche le cifre a supporto della sua tesi: "Per essere ancora più chiaro: Ultimo tango a Parigi è stato visto da 15 milioni 623 mila spettatori, Quo vado di Zalone l'hanno visto "solo" in 9 milioni 964 mila. Ha avuto meno spettatori anche di Novecento (10 milioni 359 mila). Dati SIAE".
Per Bertolucci commemorazione al Senato, ma "Ultimo tango a Parigi" viene censurato
Intanto, nella giornata di martedì Bernardo Bertolucci è stato ricordato a palazzo Madama da alcuni senatori che hanno reso omaggio al grande regista. Negli interventi sono stati ricordati i suoi grandi successi, anche se l'estrema 'censura' è stata riservata a "Ultimo tango a Parigi" (film pluri-sequestrato e che costò per cinque anni la privazione dei diritti civili a Bertolucci). Nessuno ha ricordato la pellicola 'scandalo', nella storia dei maggiori incassi di tutti i tempi del cinema italiano, e in queste ore al centro del dibattito sui social, soprattutto per le circostanze in cui la giovane Maria Schneider dovette girare la scena più controversa del film. Il primo a prendere la parola in aula è stato il senatore Pd Roberto Rampi che ha ricordato come la storia di Bertolucci "interseca straordinariamente quella del nostro Paese: egli era così tanto italiano che i suoi film nel mondo non potevano che portare il marchio della nostra Nazione" e si è soffermato in particolare su "Novecento", avendo ricordato, fra gli altri, "Io ballo da sola". Gianluca Perilli (M5S), lamentando la grande ferita che rappresenta la scomparsa di Bertolucci, ha citato "Il conformista" e "Novecento", come "film straordinari che contengono molto di più di quello che le immagini riescono in prima battuta a trasmettere". Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto (Leu) ha suggerito l'opportunità di organizzare in Senato "un omaggio a questo grande maestro del cinema italiano, colui che ha voluto e ha saputo interpretare - penso al film 'Novecento'- la storia degli ultimi e dei più poveri all'interno della grande storia". Maria Alessandra Gallone (Fi), citando fra gli altri "Il té nel deserto', 'L'ultimo imperatore', ha sottolineato che la sua arte "resterà scolpita in eterno".
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