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Cronache
Burzi, la mail prima di spararsi: "Sentenza iniqua e politicamente violenta"
Angelo Burzi

Angelo Burzi, l'ultima lettera del fondatore di Forza Italia in Piemonte

"Serve fare un non esaustivo elenco dei personaggi che maggiormente hanno contraddistinto in maniera negativa questo mia vicenda in quasi dieci anni. Dapprima i giudici del primo processo d'appello, i quali, con una sentenza che definire iniqua e politicamente violenta e' molto poco, azzerarono la sentenza di primo grado che mi vide assolto per insussistenza del fatto dopo due anni di dibattimento in aula. Poi l'uomo nero, il vero cattivo della storia, il sostituto procuratore che dall'inizio perseguì la sua logica colpevolista, direi politicamente colpevolista", scrive ancora Burzi nella mail prima di compiere il gesto estremo. 

"Essendo persona preparata e colta non si arrese rispetto alle assoluzioni del primo grado, ma appellandosi a sua volta ottenne la condanna nel successivo appello", aggiunge Burzi senza mai citare il nome del magistrato. "Ancor piu' colpevole a mio avviso - scrive Burzi - perche', conoscendo in dettaglio i fatti che mi riguardano, insistette nelle sue tesi. Infine trionfo' pochi giorni fa con l'esito del rinnovato appello determinato dalle decisioni della Cassazione. In questo caso con il contributo significativo del presidente e relatore della Corte, l'ultimo arrivato sulla scena, le cui motivazioni non sono ancora note, bisogna attendere i 90 gg dalla sentenza , ma e' evidente che ci ha messo molto del suo, probabilmente aggiungendo le sue valutazioni di ordine etico morale, del tutto soggettive e prive sia di sostanza che di sostenibilita' giuridica, alle richieste dell'accusa. Se la procedura glielo avesse consentito, credo le avrebbe ampliate". 

Tra le tante parole negative espresse nei confronti della giustizia, c'e' spazio negli ultimi pensieri di Burzi anche per "non dimenticare il ruolo positivo della presidente Silva Bersano di Begey", presidente della Prima sezione Penale morta lo scorso febbraio, "che svolse eccellentemente il suo non semplice ruolo durante il primo grado del processo, leggendo le carte disponibili, sentendo coloro che avevano titolo, distinguendo le spese per la loro inerenza al mandato dei consiglieri, condannando severamente i colpevoli ed assolvendo gli altri, fra i quali io stesso. Insomma facendo il giudice!". La lunga mail si conclude con un 'nota bene': "chi fosse destinatario di queste parole sappia di essere autorizzato a farne l'uso che crede - scrive Burzi -. Ne posso rispondere solo io, che pero' non ci saro' piu'".

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