Cronache
Caivano, le donne dei camorristi protestano in strada contro Don Patriciello
La moglie di un boss pregiudicato guida la rivolta. All'origine ci sarebbe il censimento in atto da parte delle forze dell'ordine delle case occupate nel rione
Nuove minacce a Caivano: le donne del clan Ciccarelli in rivolta davanti alla Chiesa di Don Patriciello
A Caivano non c'è mai pace, e la tensione torna, questa volta per strada, con una rivolta da parte di un gruppo di donne, afferenti al clan Ciccarelli. Minacce, anche se in forma velata, a don Maurizio Patriciello, il parroco della chiesa di San Paolo Apostolo accanto al Parco Verde di Caivano.
Nella tarda serata di Giovedì 19 Ottobre, alcune donne si sono riunite di fronte alla chiesa di San Paolo Apostolo, richiedendo un incontro con don Maurizio Patriciello, il parroco locale. Le manifestanti hanno utilizzato un megafono per esprimere il loro intento, che consisteva nell'ottenere un colloquio con il parroco o, in alternativa, minacciare di occupare la chiesa in caso di rifiuto.
La situazione ha preso una piega negativa quando don Patriciello ha deciso di allontanare alcune delle donne, ritenendo il loro comportamento minaccioso. A seguito di ciò, gli ufficiali dei Carabinieri di Caivano sono intervenuti tempestivamente, procedendo all'identificazione di alcune delle donne coinvolte prima che il gruppo si disperdesse. Tra le persone identificate figura Angela Iaccarino, la moglie di Antonio Andreozzi, un individuo noto per essere affiliato al clan Ciccarelli.
Le ragioni della protesta non sono del tutto noti al momenti, ma non è da escludere un legame con il censimento delle abitazioni in atto, finalizzato a identificare eventuali occupazioni abusive, su indicazione delle autorità competenti.
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Chi è il parroco anticamorra che dà fastidio alle donne del clan?
Don Patriciello, oltre che essere il parroco del Parco Verde, è un volto già noto al pubblico, a fronte dell'attuale situazione a Caivano. Patriciello è impegnato da sempre nella lotta per la tutela del territorio (la cosiddetta Terra dei Fuochi) e nella battaglia contro la camorra. E tra le poche voci ad alzarsi a seguito dello scandalo degli stupri nel parco verde, quella di Don Patriciello è risuonata forte e chiaro. Udito di recente in Senato dalle Commissioni Affari costituzionali e giustizia in vista del dl Caivano, il parroco afferma:
"Da più di 30 anni sono parroco al Parco Verde. Mi chiedo come sia stato possibile creare da parte dello Stato quartieri come il Parco Verde. Non ci vuole molto per capire che questi quartieri avrebbero portato a questi frutti. Chi li ha pensati meriterebbe la galera. Hanno ammassato in quartieri poveri le popolazione povere dopo il terremoto del 1980. Abbandonarli a loro stessi è stata una tragedia immane di cui nessuno può lavarsi le mani."
"Si chiede un esercito di assistenti sociali e maestre ma l’altra sera c’è stata l’ultima ‘stesa’. Sono arrivati in dieci, sulle motociclette. Quando finisci dentro ad una ‘stesa’ capisci che la tua vita potrebbe essere quasi finita. Sono arrivati subito dopo la visita della Meloni, è sembrata una sfida allo Stato. In quei momenti non serve un maestro di sostegno ma le forze dell’ordine“. Il Parco Verde di Caivano “è definita una delle piazze di spaccio più grandi d’Europa, eppure questo mese non si è venduto nemmeno un grammo di droga perchè Polizia e Carabinieri stanno per la strada", dice Don Patriciello. “Non avrei scommesso che nel giro di pochi giorni il presidente Meloni mi arrivasse in parrocchia con tre ministri, due sottosegretari, il capo della polizia, il questore, il prefetto”.
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