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Cronache
Cannabis droga pesante: causa malattie psichiche e toglie la voglia di vivere

La cannabis è una droga pesante: causa malattie psichiche e toglie la voglia di vivere.

LA CANNABIS E' UNA DROGA PESANTE
Chi dice il contrario non conosce il valore attuale dell'Thc: dal 3% di fine anni '70 ed inizio anni 80 si è passati all'attuale 25%.
 
Ad affermare, senza alcun dubbio, questa dichiarazione è il Prof. Alessandro Vento, psichiatra, psicologo e Presidente dell'Osservatorio sulle dipendenze e dei disturbi psichici sotto soglia. 
"La cannabis è cambiata nel corso del tempo, non è più considerata una droga leggera" dice il Prof. "A fine anni '70 primi anni '80 aveva una percentuale in peso di Thc (il principio più attenzionato dalla legge) molto bassa: la sua quantità rilevata su un prodotto sequestrato per strada era intorno al 3-5%. Come bere una birra leggera. Oggi la cannabis sequestrata ha il 25% in peso di Thc. Addirittura ci sono prodotti ad alta concentrazione che sono quelli usati dagli appassionati, i cosiddetti psiconauti o esperti in cannabinologia, che hanno il 30-40-50% in peso di Thc. Vuol dire che la birretta si è trasformata in wisky doppio malto".

LEGGI ANCHE: "Cannabis legale come in Germania". Schlein spinge, dubbi di governo e medici

Un cambiamento importante
"Certo, ma finora nessuno lo ha recepito, tranne i medici che devono curare i ragazzi che vanno in tilt. Anche voi giornalisti non avete ancora afferrato il concetto: giusto qualche giorno fa ho sentito un suo collega in Tv affermare con certezza che la cannabis è una droga leggera, che non fa male a nessuno. Oggi la cannabis equivale alla cocaina o all'eroina".
 
Cosa provoca il Thc?
"Il Thc si lega ai recettori del nostro sistema nervoso centrale, in particolare ai nuclei della base, attiva la trasmissione di un neuro trasmettitore che si chiama dopamina e fa venire le malattie psichiatriche in maniera potente tanto quanto l'uso della cocaina. Determina dipendenza e determina una sindrome subdola da riconoscere che si chiama a-motivazionale. Praticamente trasforma un ragazzo attivo, vivace, partecipativo nella vita sociale, con uno che non si alza più dal letto, non ha più voglia di studiare, di andare al calcetto, non vuole fare più niente. Tranne fumare".
 
Quindi abbiamo due fronti contrapposti: da una parte gli studenti che fumano e che sono all'incirca un quarto del totale e dall'altra la vecchia generazione che minimizza gli effetti della cannabis
"Un dramma annunciato. Ed infatti lo vediamo, anche nei comportamenti di sregolati esternalizzanti, quelli di aggressività, nel calo di funzionamento, negli incidenti stradali, nell'aumento del numero dei casi psichiatrici giovanili. Tutti i giovani pazienti che vengono per curarsi sono 13enni che hanno cominciato a fumare, farsi tante canne, e poi hanno iniziato ad avere deliri, allucinazioni, tentativi di suicidio..."
 
In che percentuale?
"Uno su 2, il 50%. Stiamo parlando di nuovi pazienti, non quelli che hanno 60 anni, della fascia di età compresa tra i 18 e 25 anni. La maggior parte di questi casi comprende anche la cannabis, ma non solo. Si parla di poliuso, cioè una combinazione di alcool, cocaina o altre sostanze psicoattive. Per esempio la cocaina, non viene più sniffata, ma consumata sotto forma di cocaina-crack che precedentemente assumevano le persone più strettamente legate alla tossicodipendenza.Ebbene la cocaina-crack è nettamente più potente di quella che si sniffa, quindi i ragazzi sviluppano subito una gravissima tossicodipendenza che li porta a commettere reati e a finire in carcere. Ad esempio, a Rebibbia la metà dei detenuti ha proprio queste caratteristiche: persone che hanno perso il controllo sulle sostanze e hanno cominciato a delinquere."
 
I ragazzi sono a conoscenza di questi rischi?
"No, perché li sottostimano. Esiste infatti la normalizzazione del fenomeno: più lo fanno tutti più la percezione dei ragazzi si abbassa. Vanno aiutati ed educati. Esempio recente: due ragazze non vogliono usare droga illegale e quindi acquistano in un negozio un prodotto che contiene un analogo del  Thc, l'hhc, l'esaidro cannabinolo. Finale della storia, vengono tutte e due ricoverate in ospedale".
 
Lei è a capo di un gruppo di lavoro che, insieme all'Ordine dei Medici di Roma, svolge attività di informazione nelle scuole. Finora avete incontrato 9000 ragazzi.
"Con loro parlo del lato oscuro della cannabis, dei falsi miti (è naturale non fa male, mio padre l'ha usata e non è impazzito, se esiste una cannabis terapeutica vuol dire che non può far male) e si inizia a fare chiarezza. L'approccio è quello della Peer Education: un gruppetto di ragazzi impara la materia e poi attraverso dei laboratori raccontano quanto imparato anche agli altri. Ovviamente presenti ci sono anche insegnanti e genitori. Tutto per arrivare ad una maggiore conoscenza e consapevolezza del fenomeno. Attualmente un ragazzo che consuma sostanze in discoteca, ad esempio, non distingue il prodotto che assume. Dalle analisi eseguite si è evinto che un prodotto venduto per MDMA, ad esempio, ha all'interno altri ingredienti e quindi di fatto il consumatore è UNA CAVIA A CIELO APERTO, SENZA CONTROLLO.
Se ad esempio, una ragazza va a ballare e assume MdMEcstasy in pillola o dissolta nell'acqua, essa può produrre ipertermia maligna: la temperatura sale così tanto che la persona muore com se avesse la febbre a 41-42 gradi. 
Oppure l'effetto della ketamina, a Roma ampiamente utilizzata, che produce la autobody experience: la persona cade e muore perché non pensa di essere al bordo di un burrone, di una piscina, di una finestra. 
 
Lei è anche il fondatore del software NPS FINDER che identifica sostanze psicoattive vendute online. Dal 2017 ne ha trovate 4100. Ma andando a vedere le tabelle del Ministero della Sanità si arriva ad un migliaio di sostanze psicoattive elencate. Come mai questa differenza?
"Per l'attuale sistema legislativo italiano fin tanto che il Ministero della Salute non include la sostanza psicoattiva nella tabella, c'è legalità, si può vendere un prodotto su Internet. Si tratta di una zona grigia, ancora non regolata dal legislatore. Un meccanismo descritto molto bene dal film di Sidney Sibilia "Smetto quando voglio. Quando una sostanza viene dichiarata illegale, ci si sposta su un'altra, ricomponendola magari con un atomo differente. Abbiamo quindi tantissimi analoghi in questa lista di 4100 sostanze psicoattive."
 
I dati del trimestre gennaio-marzo 2024 forniti dalla direzione centrale per i servizi antidroga parlano di 9588,57 kg di sostanze stupefacenti e  5139 dosi/compresse sequestrate .
"Frutto dell'ottimo lavoro delle forze dell'ordine che vanno a ricercare le sostanze tabellate. Sequestrano un nuovo prodotto, lo analizzano e poi lo inseriscono nelle tabelle. Ma deve essere trovato sulla strada, non sul web come facciamo noi. La differenza fra Nps Finder con 4100 molecole individuate ed il lavoro delle forze dell'ordine sta nel sequestro fisico La nostra è un'attività più di potenziale delle future tendenze che non la fotografia attuale, un lavoro prospettico. Per esempio la nostra ricerca sui fentanili (il più conosciuto il Fentanil ma ce ne sono altri) ci è stata richiesta dalle Nazioni Unite. Quello che noi troviamo sono prodotti di nicchia, da intenditore, ma la stragrande maggioranza della popolazione assume sostanze standard".
 
Tra il vostro lavoro di ricerca ed informazione e quello delle Forze dell'ordine di repressione, cosa manca per fare goal?
"Adottare il modello portoghese che dal 2000 ha depenalizzato il possesso di qualunque tipo di droga, dalla marijuana all'eroina. Chi commette reati legati alle droghe riceve invece un mandato di comparizione che lo costringe a presentarsi davanti a dei comitati di dissuasione composti da giuristi, psicologi e assistenti sociali. Spostare il punto di attenzione dalla repressione a quello terapeutico. Da noi non sarebbe difficilissimo inserire a scuola un'ora a settimana di educazione alla salute. Invece questi due contenitori, quello sanitario e quello giuridico si parlano ancora timidamente.
 
Progetti futuri?
"Finora siamo riusciti a lavorare con le scuole medie, ma l'idea è quella di andare a fare informazione già alle elementari. Abbiamo vinto un bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dipartimento delle politiche antidroga che ci permetterà di lavorare anche su scala nazionale. Se il modello funzionerà, ogni regione potrà comporre il suo gruppo di lavoro ed operare all'interno delle scuole. E poi una conferenza il 29 maggio prossimo insieme all'ordine dei Medici di Roma e con la presenza del sottosegretario Mantovano per parlare ai giovani di aspetti legislativi, terapeutici e di peer education. Ma anche con testimonianze e proposte per progetti futuri".
 
La legalizzazione della cannabis è un traguardo o una sconfitta?
" Nel dibattito sulla legalizzazione della cannabis in ambito televisivo, sono stati invitati gli opinionisti e non i medici. E questo è molto grave e pericoloso per il mancato riconoscimento delle figure legate alla scienza e alla ricerca, che danneggia gravemente il modo di pensare dei ragazzi e  li mal orienta. 
Per la legalizzazione della cannabis, oggettivamente, più un prodotto è presente in un contesto e più viene consumato. Secondo poi c'è un report delle Nazioni Unite sui Paesi che hanno legalizzato la cannabis: aumenti dei ricoveri,  della malattie psichiatriche, degli incidenti stradali, dei costi sanitari...Un'ecatombe.
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