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Caso Denise, il legale dell'ex pm Angioni contro la segnalazione del Procuratore di Marsala: "Attentato al diritto di difesa"
Lo rende noto lo stesso legale
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Caso Denise: legale ex pm Angioni, "segnalato da Procuratore Marsala, iniziativa che sconcerta"
L'avvocato Stefano Giordano, appartenente al Foro di Milano, ha appreso di essere "stato fatto oggetto di una segnalazione da parte del Procuratore della Repubblica di Marsala", per "le Sue valutazioni" - alla Procura Generale di Palermo, che ha poi doverosamente trasmesso gli atti al Consiglio dell'Ordine "per le eventuali determinazioni ed iniziative di Vostra competenza". Lo rende noto lo stesso legale.
"La segnalazione del Procuratore della Repubblica di Marsala riguarda "il comunicato stampa a firma dell'avvocato Stefano Giordano ... a seguito della sentenza di condanna emessa dal Giudice Monocratico del Tribunale di Marsala in data 10 dicembre 2024 a mesi quattro di reclusione nei confronti di Maia Angioni per il reato di cui all'art. 595 comma 3 CP" e, in particolare, la dichiarazione dello stesso secondo cui "Al deposito delle motivazioni impugneremo la sentenza e siamo sicuri che la Corte di Appello porrà rimedio alle gravi violazioni di legge poste in essere dalla Procura di Marsala e refluite nella sentenza di oggi", si legge in una nota. Maria Angioni è l'ex pm che si occupò del caso della scomparsa di Denise Pipitone a Mazara del Vallo nel 2004. La pena, sospesa, di quattro mesi di reclusione è stata stabilita per il reato di diffamazione in tesi commesso ai danni dell'ex Ispettore Vincenzo Tumbiolo, già in forze al Commissariato di Mazara del Vallo. La condotta diffamatoria sarebbe consistita nell'avere detto, nel corso della trasmissione televisiva Mattino Cinque in una puntata andata in onda nel 2021: "Bisognerebbe fare una chiacchierata con questi qua", riferendosi proprio a Tumbiolo e ad altri due esponenti delle forze dell'ordine incaricati delle indagini sul caso Pipitone.
"L'iniziativa lascia, francamente, sconcertati", dice Giordano - "Come accaduto in altre vicende salite purtroppo agli onori della cronaca, da parte di un'Autorità Giudiziaria e, in particolare, dal Procuratore della Repubblica di Marsala viene messo in atto un evidente tentativo di attentare al fondamentale - e costituzionalmente garantito - diritto di difesa (oltreché al diritto di critica, il cui libero esercizio da parte di chiunque è essenziale in uno Stato democratico)".
"L'impugnazione dei provvedimenti giudiziari rappresenta, infatti, una delle principali estrinsecazioni del diritto di difesa. E le "violazioni di legge" (gravi e non) costituiscono, per eccellenza, motivi di impugnazione: come prevedono testualmente le disposizioni processuali del nostro ordinamento, che forse qualcuno ha dimenticato (tanto da ritenere, forse, che ogni avvocato che propone un appello o un ricorso in Cassazione, denunciando una violazione di legge, debba diventare destinatario di un esposto?!)", aggiunge Giordano. "Perciò, segnalare un avvocato perché, nel suo ruolo di difensore, ha affermato che una sentenza sarebbe il frutto di "gravi violazioni di legge" significa calpestare illegittimamente e inammissibilmente l'essenza stessa di quel ruolo. Peraltro, si nutre fiduciosa certezza che i giudici della Corte d'Appello di Palermo (i quali saranno chiamati a pronunciarsi su quelle dedotte violazioni di legge) non si lasceranno influenzare dall'iniziativa del Procuratore della Repubblica di Marsala e conserveranno integra la loro - più volte sperimentata - autonomia e serenità di giudizio.
Di contro, sarebbe cosa buona se la Procura della Repubblica di Marsala - anziché impiegare il proprio tempo ad attaccare un avvocato che svolge semplicemente il proprio ruolo - riuscisse finalmente a sollevare la cortina di assoluto mistero che, a distanza di trent'anni, continua immutabilmente ad avvolgere la scomparsa della piccola Denise Pipitone". "Dal canto suo, l'avvocato Giordano riserva naturalmente di assumere ogni opportuna iniziativa a tutela della propria onorabilità e delle proprie funzioni."