Cronache
Caso Grillo, Ciro e amici verso rito abbreviato. Puntano allo sconto di pena
Uno dei quattro tenta di sfilarsi: "Sesso consenziente e poi ho dormito". Ma la ragazza lo smentisce: "Anche lui colpevole". Intanto spuntano nuove prove
Caso Grillo, Ciro e amici verso rito abbreviato. Puntano allo sconto di pena
Il caso del figlio di Grillo e i suoi amici accusati di stupro di gruppo ai danni di una o forse addirittura due ragazze è sempre più al centro del dibattito, non solo di cronaca ma anche politico. Il video del fondatore del M5s in difesa di Ciro e degli altri tre ragazzi, che accusava la presunta vittima di essersi inventata tutto, ha creato un polverone all'interno del Movimento. Al coro di dissenso verso il garante adesso si è iscritto anche l'ex portavoce di Conte al governo, Rocco Casalino. «Quello che ho visto io è la reazione soprattutto di un padre, - si legge sul Corriere della Sera - perché sono convinto che lui oggi non userebbe le stesse parole, nel senso che è stato istintivo. Quel video era molto di pancia secondo me». «Sottolineo il fatto che ovviamente non condivido le cose dette, io non avrei detto quelle cose. Credo effettivamente che ci sia una visione maschilista in casi come questo, per cui spesso si cerca di dare la colpa alle donne, e questa è una cosa che va superata".
Intanto spuntano nuove prove a carico del figlio di Beppe Grillo e dei suoi tre amici. Elementi emersi durante gli interrogatori, che allungherebbero ulteriormente i tempi di un mese. In caso di rinvio a giudizio - secondo quanto riportato dall'Ansa - i ragazzi potrebbero chiedere il rito abbreviato, con un terzo di sconto dell’ipotetica pena. Ma, ammesso che tutta questa vicenda arrivi al processo, la partita, per i ragazzi, si giocherà sull’ipotesi del consenso di lei e sulle distinzioni delle responsabilità contestate. Esattamente quello a cui punta Corsiglia, che oggi - prosegue il Corriere - si trova in Spagna, dove sta studiando. «Io dormivo, non ho partecipato a nessuno stupro di gruppo". Racconta che Silvia «ci stava» quando ha avuto rapporti sessuali con lui e che dopo, sfinito, si è addormentato. Fine della nottata. Ma la ragazza non la pensa così, perché lei ha detto che mentre la violentavano sentiva le voci di tutti. Silvia ha fatto mettere a verbale che lei non era per nulla consenziente, né con Francesco (che l’ha costretta ai rapporti sessuali contro i quali lei ha provato inutilmente a resistere) e tantomeno con gli altri tre che, dice la sua denuncia, hanno approfittato di lei costringendola a bere vodka dopo una serata già parecchio alcolica.