Cronache

Caso Orlandi, "Accetti è l'Americano, non un mitomane": ecco la prova

di Eleonora Perego

La comparazione tra la voce dei telefonisti e quella di Marco Accetti mostra un'alta corrispondenza. Parla l'avvocato dell'ex indagato

Caso Orlandi, l'avvocato di Marco Accetti ad Affari: "E' l'Americano, non un mitomane"

Un nuovo tassello si aggiunge all’intricatissimo caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, la quindicenne cittadina vaticana svanita nel nulla il 22 giugno del 1983 e non ancora ritrovata. Mentre sono in corso, infatti, le audizioni alla Commissione parlamentare d’inchiesta istituita per fare luce sul caso, una perizia fonica potrebbe cambiare il corso delle cose. Parliamo dell’esame richiesto dall’avvocato Giancarlo Germani, legale di Marco Fassoni Accetti, l’uomo che nel 2013 ha confessato di essere il responsabile della sparizione sia di Emanuela Orlandi sia di Mirella Gregori.

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Il fascicolo che lo riguardava al tempo venne archiviato dalla Procura, ma ora la sua versione dei fatti potrebbe essere ripresa in considerazione per via della corrispondenza dell’86% tra la sua voce e quella della registrazione della telefonata che arrivò alla famiglia Orlandi a due settimane di distanza dalla sparizione della giovane. "Ascolti bene, abbiamo pochi momenti… Questa è la sua figliola…" dice una voce maschile dall'inflessione anglosassone. A chiamare a casa Orlandi, come ricostruito finora nel corso dei trascorsi decenni, sono state due voci: quella del cosiddetto "Americano" e di un certo "Mario", che ha telefonato il 27 giugno del 1983.

“Ho richiesto la perizia perchè nel 2013 Accetti venne fatto passare per mitomane, per pazzo - ha spiegato ad Affaritaliani.it l’avvocato Germani - e perchè secondo noi l’inchiesta venne archiviata erroneamente, e non tenendo conto del parere dissenziente del procuratore Capaldo che si occupava dell’indagine. Fu Pignatone a decidere di archiviare ‘di forza’, per poi far carriera come presidente del Tribunale Vaticano”. Sono in molti a chiedersi come mai Marco Fassoni Accetti dopo così tanti anni abbia deciso di fare certe dichiarazioni: “Lui è mosso dalla volontà di dire quello che sa anche come forma di rispetto verso le famiglie delle vittime. Anche chi ha commesso dei reati deve poter parlare - è stato il commento dell’avvocato Germani - È solo un cittadino italiano che vuole prendersi la responsabilità per reati commessi tanti anni fa e ormai prescritti. Vorrei aggiungere che Accetti è l’unica persona che ha detto cose con riscontri oggettivi, e che se fosse stato un mitomane non avrebbe atteso tanto tempo”.

E sulla conduzione delle "indagini" attorno al caso Orlandi l'avvocato Germani non ha dubbi: "È diventato tutto una specie di telenovela. Noi abbiamo un documento, che tireremo fuori, dove il dottor Capaldo si dissocia per iscritto dal dottor Pignatone e spiega perchè voleva continuare le indagini su Accetti, sulla base di seri e precisi indizi. Ora spetta alla magistratura fare il suo lavoro".

Chi è Marco Accetti, confessò il sequestro di Emanuela Orlandi

Marco Fassoni Accetti è uno dei "personaggi" che ruotano intorno alla vicenda della sparizione di Emanuela Orlandi. Nel 2013 confessò di essere il responsabile della sparizione di quest'ultima e di Mirella Gregori, e fu arrestato nel suo locale in zona Nomentana a Roma, per la violazione degli arresti domiciliari alla quale era sottoposto, con una pena residua da scontare.

Era stato infatti condannato a un anno di carcere per l’omicidio del piccolo Josè Garramon, figlio di un diplomatico uruguaiano a Roma. Josè fu investito dall’auto di Accetti, a Castelporziano, sei mesi dopo la sparizione di Emanuela. Per Accetti i sequestri di entrambe le ragazze sarebbero avvenuti nell'ambito di una lotta tra gruppi appartenenti al Vaticano. La Procura Romana, ha archiviato il fascicolo su Accetti, concludendo le indagini con l'accusa di calunnia e autocalunnia.