Cronache

Caso Patrignani, i buchi neri di una pilatesca archiviazione

Senza batter ciglio, il Pm Roberto Felici, accogliendo le conclusioni del funzionario di Polizia Roma Capitale, Onofrio Marchetti, ha richiesto "al giudice l'emissione di decreto di archiviazione" in quanto "nessun addebito può esser mosso alla condotta di guida dell'indagato", ossia Stefano Moro di Milano contro cui lo stesso Felici aveva aperto tre mesi fa il procedimento per omicidio colposo a seguito del tragico incidente del 7 aprile sul Muro Torto di Roma in cui perse la vita il 35enne medico specializzando in anestesia al Policlinico Umberto I°, Riccardo Patrignani.

Dunque, tutto bene quel che finisce secondo i canoni: scontro o tamponamento, decesso, caso chiuso o arichiviato: così era la situazione esposta la sera stessa del decesso (7 aprile) al Policlinico dai vigili e dagli stessi ribadita come incontrovertibile qualche giorno dopo (10 aprile) alla notifica del sequestro dei mezzi e del casco trasmesso alla Procura di Roma, unitamente alla dichiarazione di decesso il giorno dopo l'evento (8 aprile), quando il Pm di turno era Felici e su questi binari è stata posizionata l'istruttoria che ha sin dall'inizio ha perentoriamente escluso la prova cinetica o peritale, e così è stata nelle sue controverse conclusioni finali.

Non a caso, svariati sono i buchi neri, che, per motivi incomprensibili, non sono stati risolti con la massima chiarezza possibile, stante l'ineludibile dato dell'arrivo sul posto dei vigili, più e più volte sollecitati, ben un'ora dopo l'impatto non fortuito nè casuale tra il furgone della Hertz e lo scooter Kymco 200 quando ormai persone, mezzi e oggetti non stavano più al loro posto: a cominciare dal furgone e dallo scooter ritrovati, il primo posteggiato sul bordo della corsia di destra e l'altro più avanti a distanza entrambi dal punto dell'impatto, lo scooter addirittura a 58,40!

Anche ammettendo che lo scooter per motivi imprecisati, fosse andato, come sostenuto da alcune testimonianze, a sbattere tamponando il furgone, è davvero stupefacente che, nonostante la strada sia in leggera pendenza, riesca a rotolare per 58,40 metri: è noto che in caso di tamponamento la velocità si dimezza, si raddoppia in caso di scontro frontale.

A quanto sarebbe andato lo scooter, scambiato per motociclo di grosse dimensioni o per moto dai coniugi Fazzi Renato e Petrini Maria Claudia precipitatisi il 13 e 14 aprile al Comando dei vigili dopo aver letto l'appello lanciato dal padre della vittima, che viaggiavano su un SH Honda? A più di 50 km/h - come hanno rivelato i due coniugi il cui SH sorpassato a destra dal Kymco procedeva a meno di 50 km/h? Benissimo, se il Kymco fosse finito addosso al furgone a 60 o 70 Km/h, è questa una velocità tale da far ruzzolare lo scooter fino a 58,40 metri di distanza e soprattutto è una velocità compatibile con il politraumatismo corporeo riportato dalla vittima, ossia lesioni multiple profonde interne a polmone, fegato, rene e addome sul fianco destro?

Purtroppo l'istruttoria affidata dal Pm Felici al Comando dei vigili intervenuti con ritardo sul posto non ha risposto con certezza e chiarezza a questi quesiti di non secondaria importanza ai fini dell'accertamento delle responsabilità. Come non ha risposto alla presenza o meno al centro della strada dello zainetto della vittima notato solo dall'avvocatessa Lo Iudice Maria Giuseppina per la quale sarebbe stato rimosso dalla dottoressa del Bambin Gesù Catanoso Marialuigia che pur avendo prestato i primi soccorsi a domanda se la vittima avesse gli abiti strappati o tagliati, ha risposto: mi sembra proprio di no, quando invece tanto la giaccia a vento quanto i jeans sono letteralmente tagliati da un colpo unico e ondulare, a forma di esse prolungata, come se fossero stati aperti. Particolare quest'ultimo che pare preoccupare il funzionario dei vigili, Onofrio Marchetti dal momento che il 15 maggio ha contattato la dottoressa per porle appositamente la domanda sullo stato degli abiti!

Insomma, il Pm Felici si è trovato di fronte a versioni contrapposte e divergenti sulla dinamica dell'incidente, tra l'altro anche dei due coniugi accorsi per primi a render testimonianza: lui alla guida non fornisce gli stessi elementi della consorte, e alla fine ha scelto di procedere con la richiesta di archiviazione contro la quale è stata predisposta l'opposizione dei familiari della vittima per arrivare con tutti gli strumenti disponibili e consentiti all'accertamento della verità perchè il 35enne medico specializzando in anestesia al Policlinico Umberto I°, che non rende disponibile la cartella clinica in quanto sarebbe a disposizione dell'autorità giudiziaria (?), non è mai stato un irresponsabile, incosciente, e soprattutto un non vedente che non s'avvede di un furgone che 10-15 metri avanti rallenta e frena dolcemente per far immettere sul Muro Torto le auto che vengono dalla rampa laterale, come hanno dichiarato i coniugi accorsi per primi dai vigili per l'appelo del padre della vittima!

Si è insomma per difetto di visione capovolta la scena dell'impatto: chi doveva immettersi dalla rampa laterale sul Muro Torto, laddove c'è uno stop gigantesco, non erano solo le auto...

Carlo Patrignani