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Cronache
Cei, al via il count down per la nuova dirigenza dei vescovi italiani

Inizia lunedì 20 alle 17  il conto alla rovescia per la nuova dirigenza dei vescovi italiani, la Cei (Conferenza episcopale italiana), da dieci anni a questa parte a guida del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, un lungo interregno sotto l’egida di ben tre pontefici, da Wojtyla, a Ratzinger, a Francesco. 

Lunedì si riunisce il Consiglio permanente dell’Organismo, ossia il Board, il  Comitato esecutivo, con la prolusione del “Cardinale Presidente”. I due giorni successivi  sono  dedicati all’esame e all’approvazione dei “contenuti e del programma della prossima Assemblea Generale, convocata a Roma dal  22-25 maggio 2017”.  I dettagli forniti dalla comunicazione ufficiale  non lasciano dubbi sulla portata storica dei giorni di maggio, (ma non sono le “Idi di marzo”) quando  avrà inizio una vera e propria svolta.

Data storica perché quell’Assemblea di Presuli delle 226 diocesi italiane consegnerà  al Papa i nomi dei  tre vescovi  da cui Francesco sceglierà il nuovo presidente. Francesco voleva che a questo compito avessero provveduto in proprio, come fanno le Conferenze delle altre Nazioni. Una terna, dunque. I candidati non mancano e le ipotesi sono molte.  Ma le ipotesi sono fatte per essere smentite. Forse Bergoglio ha già fatto la sua scelta. Ma attenderà le indicazioni. Il suo metodo è noto. Ama sondare,  chiedere, ricevere indicazioni.  Sembra che per la nomina del nuovo Vicario di Roma,  il suo  diretto rappresentante, abbia voluto sentire non solo i vescovi ausiliari,  i prelati, i dignitari della Curia capitolina, ma anche il clero e i fedeli. Lo stesso ha fatto per il prossimo arcivescovo di Milano, dove è atteso con trepidazione, affetto e entusiasmo sabato 25, alla fine della prossima settimana. Sono state preparate per lui grandi accoglienze e un attore sulla cresta dell’onda come Giacomo, del trio ALDO-GIOVANNI e Giacomo, ha confezionato un video di benvenuto per chiedere a Francesco non favori o prebende, ma “insegnaci a pregare”. .

Milano, dunque, prima della nomina del Presidente della Cei e del Vicario di Roma. La Cei, intanto, nelle sedute del Consiglio Permanente, tratterà della  revisione dei Tribunali ecclesiastici, dopo la riforma con la quale Francesco ha snellito il processo per l’annullamento dei matrimoni.

Ma c’è un tema nascosto tra le pieghe dell’ordine del giorno che suscita interrogativi. E’ il secco annuncio di  “un primo confronto sullo stato dei media diocesani”. E’ un tema accattivante, pieno di interrogativi, considerando che non c’è diocesi che non abbia uno o due giornali, o altre pubblicazioni e la stessa Cei, al Centro, ha un insieme di “Media”, in primo luogo “TV.2000”, oltre alla rete “Radio in Blu”, una “Rivista del Cinematografo” e altre rassegne ancora. L’argomento va visto anche in rapporto ai costi crescenti e alle difficoltà finanziarie di alcune diocesi, che cosiglia accorpamenti e riduzioni. Infine, il Consiglio permanente farà “alcune riflessioni di natura etica e giuridica”.

Qui c’è da attendersi giudizi sulle condizioni sociali del popolo italiano, sulla povertà, la disoccupazione, i “Migrantes”.  sull’attuale fase politica. Passaggi sui quali Bagnasco non è stato mai avaro e a volte anche molto critico. A proposito della legge sulla “Fine-vita”, così delicata e controversa per gli aspetti etici, già il dinamico segretario mons. Nunzio Galantino  ha lamentato l’assenza dei parlamentari in Aula. Di tutto ciò è difficile prevedere quanto emergerà all’esterno e quanto rivelerà lo stesso Galantino che illustrerà il comunicato finale in conferenza stampa giovedì. E tutto è in proiezione all’Assemblea plenaria del 22-24 maggio sulla quale rimane sospeso l’interrogativo se sarà aperta  dal Papa. 

Dal canto suo, Papa Francesco riserverà sicuramente una sorpresa ai fedeli e all’opinione pubblica Giovedì Santo13 aprile quando compirà uno dei suoi atti spontanei e genuini come la Lavanda dei Piedi.  Intanto si aprono impensato orizzonti internazionali,  oltre ai viaggi domestici  programmati ( Milano, Carpi e Mirandola, Fatima,  Genova). E’  definito quello in Colombia dal 6 all’11 settembre. Una missione di pace nella terra tormentata da 52 anni di guerra intestina che ha causato 260 mila morti e 7 milioni di sfollati. Il papa argentino visita Bogotà, Medellin, Villavicencio e Cartagena in una sei giorni che è molto apprezzata da quel tormentato popolo. “Demos el primer paso” è il motto di questa missione apostolica. Dopo tanto tempo, anche il Libano apre le porte a Francesco con un invito ufficiale e si sta studiando un viaggio in Egitto con un discorso nella più celebre e autorevole università islamica del mondo. Si conferma  il blitz nel Sud Sudan insieme al primate anglicano Welby.  Sullo sfondo rimangono l’Argentina e la Cina. Nella sua terra ci andrà. In Cina spera. E la sua speranza difficilmente sarà delusa

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