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Cronache
Consip, governo fa fuori Marroni. Retroscena: l'ad voleva piazzare la compagna

“Per Romeo aiuti di altissimo livello” E il governo decide di cambiare l’ad Marroni


Marroni chiese aiuto a Bianchi, presidente della fondazione Open, per la carriera della compagna ROMA. Lo spiega Repubblica dai verbali di Gasparri. Il terremoto giudiziario che si è abbattuto sulla Consip segnerà una svolta ai vertici della mega centrale che presidia oltre 40 miliardi degli acquisti di beni e servizi dello Stato. La poltrona dell’ad Luigi Marroni è destinata a saltare. Le fonti ufficiali di Palazzo Chigi e del Ministero del'Economia non commentano la vicenda, ma, secondo quanto riporta Repubblica, nelle stanze del governo la decisione sarebbe già stata presa, tant'è che la ricerca di un profilo professionale adatto a guidare la struttura che fa capo al Tesoro sarebbe già cominciata.


Consip, Marroni voleva piazzare la compagna da Carrai


Luigi Marroni voleva trovare un incarico per la compagna Laura Frati Gucci nella Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, di cui è consigliere Marco Carrai, il fiorentino molto vicino a Matteo Renzi. Lo riporta il Fatto Quotidiano spiegando che per questo, l’amministratore delegato di Consip ne parla con Alberto Bianchi, presidente della Fondazione Open e con Filippo Vannoni, numero uno di Publiacqua


Consip: Bersani,se Lotti avanti chiedano scusa a ministri dimessi


"Nell'attesa che si proceda con un chiarimento, il governo ritiri le deleghe al ministro Lotti. Non si stan chiedendo le sue dimissioni, il governo vada avanti". Cosi' Pierluigi Bersani ha spiegato la ratio della mozione in cui Mdp chiede al governo di ritirare le deleghe al ministro in attesa che si chiarisca la sua posizione nel caso Consip. "Se con Lotti si va avanti tranquilli - afferma poi Bersani - bisogna chiedere scusa ai ministri De Girolamo, Guidi, Lupi, Idem che sull'onda di inchiesta giornalistiche si son dimessi. Mi va bene tutto, purche' si mantenga la stessa linea per tutti". "Io - prosegue ancora - ne faccio anche una questione di stile. Ho sempre amministrato e ho preso come mio slogan 'amico di tutti e parente di nessuno': qui son tutti parenti... O ha ragione Lotti o ha ragione Marroni, uno dei due...".


Governo: difesa Lotti su Consip e pax Orlando-Renzi su ddl penale


Lotti nelle prossime ore si limitera' ad una relazione tecnica, saranno il renziano Marcucci e il presidente dei senatori Zanda ad attaccare il Movimento 5 stelle che ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del ministro dello Sport. Non ho mai conosciuto Romeo, ribadira' l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio che ricordera' all'Aula del Senato di essersi presentato subito di fronte ai giudici per rispondere al coinvolgimento nella vicenda Consip. I numeri non sono a rischio, anche i senatori di Ala dovrebbero votare con il Pd, mentre Forza Italia uscira' dall'emiciclo. Il campo di battaglia vedra' da una parte la Lega e i pentastellati e dall'altra i dem. Ma il gruppo del Pd puntera' il dito anche nei confronti degli scissionisti che hanno annunciato la presentazione di una mozione di censura nei confronti di Lotti. I renziani sono pronti ad accusare il Movimento dei democratici e progressisti di voler lanciare un affondo contro il governo, "e' chiaro che non si puo' dire di si' a maggioranze diverse, domani nasce un caso politico", viene ribadito

Nessuno nella maggioranza dem e' preoccupato sulla possibilita' che l'esecutivo possa andare sotto. Neanche sul voto di fiducia sul ddl penale, visto che gli alfaniani hanno incassato - attraverso emendamenti a firma dei relatori recepiti nel maxi-emendamento - la riduzione del tempo per l'esercizio della delega da parte del governo per il riordino delle intercettazioni da 12 a 3 mesi. Qualche centrista si dovrebbe sfilare ma il via libera dell'Aula di palazzo Madama alla fiducia sul provvedimento siglera' ufficialmente la pace tra Renzi e Orlando. Del resto la linea dell'ex premier e' quella di un dialogo con il ministro della Giustizia mentre l'orientamento e' quello di non rispondere agli attacchi da parte di Emiliano. L'obiettivo e' comunque quello di stemperare il clima interno al partito proprio per non distogliere l'attenzione dai programmi. Renzi punta ad ottenere almeno il 60% dei consensi, anche se al Sud le prospettive sul sostegno alla sua candidatura non sono al momento buone (male in Sicilia, Puglia e Basilicata, meglio in Campania se si manterra' il patto con De Luca, riferiscono fonti dem). Prospettive non idilliache per il Pd anche in vista delle amministrative. Tra i deputati dem e' scattato l'allarme per i sondaggi non lusinghieri in diverse citta' dove si votera', a partire da Genova, Parma (al secondo turno si dovrebbe appoggiare Pizzarotti), Palermo (Orlando avrebbe chiesto che non si presenti il simbolo del partito), Taranto ma anche nelle altre citta', perfino le toscane Pistoia e Lucca. La partita sulle comunali si giochera' in ogni caso dopo il congresso con Renzi che ha schierato al suo fianco Martina, provocando qualche malessere tra i franceschiniani.


Consip: Marroni, non rispondo a difesa Tiziano Renzi ma a Pm


Luigi Marroni, amministratore delegato della Consip, si e' avvalso della facolta' - prevista dalla legge - di non rendere dichiarazioni alla difesa di Tiziano Renzi, che invece aveva formulato richiesta di interrogatorio nell'ambito delle indagini difensive condotte dall'avvocato Federico Bagattini, legale di Renzi senior. E' lo stesso Marroni a precisarlo con una nota in serata, sottolineando che ha scelto questa strada dato che in tale procedura non si applica il potere di segretazione da parte del pubblico ministero ed "in considerazione del clamore mediatico suscitato dalla predetta richiesta di interrogatorio". Marroni aggiunge che "le dichiarazioni potranno invece essere serenamente rese, se l'avvocato Bagattini decidera' di fare richiesta in tal senso, di fronte al pubblico ministero incaricato". La decisione dell'ad di Consip e' stata "tempestivamente" comunicata al legale di Tiziano Renzi.

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