Cronache

Coronavirus, Arcuri: "Test sierologici rapidi inutili. Problemi per la app"

Il commissario per l'emergenza: "Per la app Immuni ci sono problemi di privacy e sicurezza"

Coronavirus, Arcuri: "Test sierologici rapidi inutili. Problemi per la app"

L'emergenza Coronavirus in Italia non è stata ancora risolta e chi è finito nella bufera è stato il commissario per l'emergenza Franco Arcuri, il quale viene accusato su più fronti, dalla mancanza di mascherine, ai tamponi, dai test sierologici che non iniziano all'app Immuni che non vede la luce. "Il test sierologico - spiega Arcuri al Corriere della Sera - di certo non è una patente di immunità, serve a sapere come si è mosso il virus. E vanno evitati il più possibile i cosiddetti test rapidi. A volte i cittadini ignari pagano per test che servono a poco.

In Italia si sono già fatti 2,7 milioni di tamponi e 2,5 li abbiamo forniti noi. Secondo i dati di Finddx.org, è il grande Paese al mondo che ha fatto più tamponi in rapporto alla popolazione: 4.422 per 100 mila abitanti, molto più di Germania, Francia, Gran Bretagna, Usa, Spagna. Il problema è che i reagenti oggi nel mondo sono scarsissimi e noi abbiamo bisogno di altri 5 milioni di dosi".

Sui ritardi della app Immuni: "E' stata sottoposta a una complessa analisi. Ora fornirà - spiega - un alert che avvisa subito chi è stato in contatto con un contagiato. Il salto ulteriore sarà quando la app si collegherà al sistema sanitario nazionale. Una volta risolti altri problemi di sicurezza e privacy". Sulle mascherine: "Nell’immediato darò altri 10 milioni di mascherine ai distributori delle farmacie per integrare i loro approvvigionamenti e fare in modo che si trovino anche lì a 50 cent, non solo nei supermercati. Chi critica i 50 cent ha una doppia morale: per quelli che si indignano in diretta non è mai un problema trovare una mascherina a 5 euro. Per il figlio del loro portiere, sì".