Cronache
Coronavirus, "L'aria condizionata è un rischio, non bisogna puntarla addosso"
Il professor Pregliasco mette in guardia: "Gli impianti con un flusso in entrata e in uno in uscita sono i più sicuri"
Coronavirus, "L'aria condizionata è un rischio, non bisogna puntarla addosso"
L'emergenza Coronavirus continua in tutta Italia. La fase 2 è iniziata ma il numero dei contagiati è ancora alto. Se le alte temperature potrebbero favorire con un virus meno aggressivo, portano con sè anche un ulteriore problema: l'aria condizionata. Il professor Pregliasco del Galeazzi di Milano mette in guardia sui possibili rischi. "In alcuni casi - spiega al Corriere della Sera - favorisce il ricambio perché immette aria pulita» dall’esterno. Gli impianti industriali a doppia mandata (una pompa per l’afflusso d’aria, una per il deflusso) sono più sicuri ed è bene tenerli sempre accesi (in contesti di comunità come gli uffici). Il flusso di ventilazione, però, può trasportare le goccioline respiratorie a maggior distanza, ma l’energia cinetica, oltre a spingerle, le abbatte prima al suolo, soprattutto quelle più grosse. L’importante è non dirigersi l’aria addosso ed effettuare la periodica manutenzione degli impianti. In casa la normale pulizia degli impianti condizionatori è sufficiente ma non deve mancare la ventilazione degli ambienti con l’apertura delle finestre".
"Dove la dispersione di particelle e la ventilazione sono maggiori - prosegue Pregliasco - si corrono meno rischi: se siamo in un prato e le goccioline cadono a terra non saranno dannose, molto peggio se finissero su una scrivania o su una maniglia. Contano molto i flussi d’aria: quando i runner corrono e i ciclisti pedalano emettono in velocità forti espirazioni che percorrono maggiori distanze e possono investire chi è alle spalle". Sui ristoranti: "Uno studio cinese - spiega Pregliasco - fa vedere come alcune persone in un ristorante di Guangzhou si siano infettate perché investite dal flusso diretto dell’aria condizionata che ha trasportato il virus da un tavolo agli altri. Anche la regolazione delle alette degli split va gestita. Dove si adeguano le distanze tra i clienti, il ristorante è un luogo in cui si parla senza mascherine e si rimane per più di 15 minuti. Molto dipende anche dalla dimensione degli ambienti".