Cronache

Coronavirus, Mastino (ift-Cnr): “Le misure stringenti non saranno brevi”

Carlo Patrignani

Intervista al prof. Antonio Mastino dell'Ift-Cnr e ordinario di microbiologia all'Università di Messina

Coronavirus, Mastino (ift-Cnr): Premesse per rivedere le misure di contenimento non ci sono"

Non ci sono ancora le premesse e le condizioni per metter mano ad una revisione immediata delle misure di contenimento alla diffusione del virus sconosciuto SARS-CoV-2: bisogna continuare pertanto la strada intrapresa osservando scrupolosamente l’isolamento sociale e prestando attenzione alle norme igieniche. Al momento e' difficile fare previsioni sui tempi di uscita definitiva dall’emergenza nel nostro paese: possiamo però ritenere che non saranno brevi, e probabilmente più lunghi rispetto ad altri paesi, come la Cina: dovremo poi tener conto anche di quanto accadrà nelle altre nazioni in Europa e negli altri continenti.

Antonio Mastino, Professore Ordinario di Microbiologia all’Università di Messina, Associato di Ricerca all’Istituto di Farmacologia Traslazionale (Ift) del Cnr e studioso dei virus, è netto e categorico sul fatto che per chiamarsi fuori dall’emergenza SARS-CoV-2 , “un virus naturale, non creato in laboratorio, e del quale sentiremo parlare ancora”, bisogna avvicinarsi a toccare 'quota zero' contagi, e presto sarà possibile verificare se il numero dei contagi autoctoni in Italia stia effettivamente già rallentando.

Al tempo stesso, dato niente affatto trascurabile, è il numero dei guariti in crescita: “alla identificazione di farmaci efficaci e sicuri anti-SARS-CoV-2 si può certamente arrivare in tempi relativamente brevi e comunque sicuramente prima di un vaccino che richiede tempi più lunghi – aggiunge Mastino – Già oggi si stanno sperimentando in fase clinica farmaci già sviluppati ed approvati per altre patologie e che hanno già dato risultati preliminari promettenti. Possiamo anche pensare ad una strategia terapeutica che preveda l’uso di non solo un farmaco, ma più farmaci in combinazione come già avviene per l’infezione da Hiv“.

Avanza insomma un cauto ottimismo, anche se non per l’immediato futuro. “Non dimentichiamo poi che i virus per replicarsi e diffondersi necessitano di essere trasmessi ad un ospite e che, come sappiamo, i virus mutano continuamente. Questo se da una parte rappresenta un vantaggio per la loro capacità di diffondersi e di replicarsi” osserva Mastino “può anche rappresentare un vantaggio per l’ospite nel caso qualche mutazione renda anche questo nuovo virus meno aggressivo e pericoloso”.

L’isolamento sociale e le norme igieniche, da una parte, i progressi attesi nella sperimentazione di farmaci sicuri ed efficaci e la mutazione naturale del virus, dall'altra, sono le tre direttrici di marcia da tenere ben ferme.

C’è poi l’arrivo dell’estate e del caldo: può contribuire a rallentare la diffusione del virus? “Non ci sono dati scientifici in proposito: si può dire che il bel tempo e il caldo – risponde Mastino – ci inducono a vivere in ambienti più arieggiati, non certo favorevoli all’espandersi del virus, di quelli chiusi in cui ricircola la stessa aria. Oggi sappiamo che il SARS-CoV-2 può rimanere infettante per tre ore in fase aerosol, per cui più l’aria cambia continuamente e meno possibilità ha il virus di trasmettersi. Ma, ripeto, non ci sono assolutamente dati scientifici che dimostrino che SARS-CoV-2 si disattivi alle temperature della nostra stagione estiva”.

Insomma, prudenza e attenzione anche quando saremo fuori dall’emergenza? “Un passo alla volta – dice Mastino – Sono convinto che questa sfida epocale la vinceremo, come ci dice la storia dell’uomo e della medicina moderna che si è dimostrata in grado, soprattutto dopo la nascita della microbiologia nella seconda metà del 19° secolo, di sconfiggere e controllare tante malattie infettive. Però ci vuole tempo, attenzione, intelligenza e ricerca continua”.