Cronache

Coronavirus, Speranza contro 5 Stelle: “Portatori di una pericolosa illusione"

Dopo il piano pandemico che non c'era, il libro del ministro Speranza contiene pillole di veleno contro il Movimento Cinque Stelle

Non c'è solo l'ignoranza sull'esistenza di un piano pandemico, definito “manuale”, nel libro del ministro Roberto Speranza. “Perché Guariremo” è anche un manuale di politica feroce che descrive gli eletti del Movimento Cinque Stelle, come portatori di una “pericolosa illusione – scrive il ministro a pagina 74 – che tutto si potesse cambiare facilmente, con un atto di volontà”.

Ancora pagine e pagine del best seller introvabile di Roberto Speranza, in configurazione da scrittore dell'elegia di se stesso, dopo meno un anno di Pandemia.E E agli alleato di Governo scrive chiaramente: “Cambiare un Paese non è come fare un tweet”.

Sempre a proposito dei Cinque Stelle, l'autore precisa che la “pericolosa illusione” che aveva portato dal Vaffa Day all'ingresso alla Camera e al Senato, fosse sì una “spinta legittima” ma che il sistema 5 Stelle costruito sui social era convinto... “Che bastasse gridare più forte in piazza o scrivere un post su Facebook o Twitter per cambiare il corso degli eventi”. E il giudizio sui giovani inesperti è tranchant: L'esperienza di Governo ha loro insegnato che le cose stanno diversamente”. E chiarisce il figlio della Sinistra Giovanile: “La differenza tra noi e loro in quella prima legislatura era che noi avevamo la cassetta degli attrezzi”. E giù a sperticare il valore dell'esperienza politica come militante di lungo corso, contro l'improvvisazione.

Arriva anche il giudizio sul Reddito di Cittadinanza: “Cambiare meglio un Paese e le sue istituzioni non è una passeggiata. Non è come fare un tweet, un post o riempire una piazza. Una cosa è elaborare il decreto che istituisce il Reddito di Cittadinanza, un'altra è abolire la povertà”. Così l'abolizione della povertà, quell'immagine della truppa a 5 Stella affacciata dal balcone di Palazzo Chigi, per Speranza, “è un sogno”. Tant'è che lo stesso autore-ministro rammenta che al momento del voto scelse l'astensione.

La conclusione è che il ministro Speranza nel Reddito di Cittadinanza non crede, tant'è che afferma: “Non mi convince certo la tendenza al mero assistenzialismo, credo che sia necessario puntare sempre più sul lavoro... ma lo sforzo di dare un po' di aiuto a chi davvero non sa come mettere insieme il pranzo con la cena non poteva certo vedermi contrario”. Contrario non significa favorevole all'assistenzialismo.

(Puntata 2 – Segue)

Coronavirus ecco il libro-confessione di Speranza: “Non avevamo un manuale”