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Cronache
Cospito, sale il coro dei pm anti 41 bis. Il pg della Cassazione: "Superato"

La procura generale della Cassazione: "41 bis superato dagli eventi"

Mentre gli anarchici protestano in modo violento anche a Milano, aumenta il volume di persone della giustizia che chiedono di rivedere o cancellare il 41 bis per Alfredo Cospito. E' il caso del procuratore generale della Cassazione, arrivata a conclusioni opposte rispetto ai magistrati di Torino in vista dell'udienza del 24 febbraio, come spiega la Stampa. "La procura generale presso la Cassazione, ovvero la più alta espressione della pubblica accusa, ha depositato martedì scorso il testo di quella che sarà la sua requisitoria. E secondo il procuratore generale, il 41 bis per Cospito è ormai superato dagli eventi".

Secondo quanto scrive la Stampa, la procura generale presso la Cassazione è convinta che "le necessità che indussero più uffici giudiziari a richiedere il carcere duro per Cospito un anno fa, nel febbraio 2022, secondo la procura generale a questo punto sarebbero sopravanzate da altre valutazioni. Nessuno ne ha ancora potuto prendere visione, neppure la difesa dell’imputato". 

Ma si chiede ancora La Stampa: "Proprio a questo appuntamento del 24 febbraio in Cassazione sono legate le ultime speranze del legale di Cospito, l’avvocato Flavio Rossi Albertini. Ma la domanda a questo punto è: possibile che il ministro Nordio, quando pochi giorni fa ha confermato il 41 bis per l’anarchico, non conoscesse la requisitoria della procura generale presso la Cassazione?"

Cospito: Caiazza, occasione per 'umanizzare' 41bis

Il caso Cospito "è l'occasione per parlare di umanizzazione del 41 bis". Lo ha detto il presidente dell'Unione delle Camere penali Gian Domenico Caiazza, concludendo l'anno giudiziario dei penalisti a Ferrara. La Giunta dell'Ucpi, ha rilevato Caiazza, "non si è pronunciata in alcun modo sul merito di questa vicenda, se non per dire che una persona detenuta che sceglie una forma di protesta non violenta merita attenzione e tutela da parte dello Stato come la merita qualsiasi altro cittadino".

Il tema, quindi, per le Camere penali, riguarda il 41 bis in generale, "un istituto di natura eccezionale, per problemi emergenziali". Per Caiazza, "solo persone intellettualmente disoneste possono affermare che tutte le persone detenute al 41 bis sono tutti dei boss: sappiamo che è una deriva legata all'imputazione, al titolo di reato, una deriva non degna di uno Stato civile, prché uno Stato civile non si vendica, non usa la legge del taglione". Inoltre, ha ricordato il leader dei penalisti, le modalità legate al regime di carcere duro "sono talvolta forme sadiche, di pressione violenta dello Stato, che non rispondono in alcun modo alle finalità dettate dalla legge".

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